Sos per i siti archeologici scoperti nel porto commerciale di Porto Torres.

Vasche rivestite in malta idraulica con resti di condotte per l’acqua e gli scarichi, mosaici e il celebre gladio sono solo alcuni dei ritrovamenti straordinari fatti negli scavi archeologici avviati lo scorso dicembre, durante gli interventi dell’Autorità portuale per migliorare la viabilità fra la città e il suo porto civico.

Da allora sono trascorsi 9 mesi e di operatori impegnati nei contesti archeologici neppure l’ombra.

L’allarme è stato lanciato dalla Soprintendenza delle province di Sassari e Nuoro, diretta da Maura Picciau, che con una lettera sollecita l’ intervento urgente dell’Authority per la ripresa dei lavori indispensabili per mettere in sicurezza l'intero sito, per consolidare le strutture architettoniche in stato di conservazione precario e per impedire che persone non autorizzate accedano allo scavo.

Nella relazione della soprintendenza redatta dal tecnico Mibact della sede operativa turritana, Franco Satta si evidenzia che i settori di scavo racchiudono mosaici e che «le aree hanno restituito reperti molto importanti dal punto di vista scientifico per cui non si può escludere la presenza di altri ritrovamenti, attualmente non visibili, facilmente asportabili che potrebbero essere trafugati».

Gli interventi archeologici concentrati sotto la gradonata avevano rivelato complessi monumentali di epoca romana rinvenuti durante i lavori di costruzione della stazione marittima e alcune edifici dell’antica Turris Libisonis in due aree dell’ex Tranship destinate a parcheggi e a zona verde.
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