Sarebbe un sms, quello inviato per errore a un prete nigeriano, a "incastrare" padre Graziano, il religioso a processo con l'accusa di aver ucciso la casalinga di Ca' Raffaello (Arezzo) Guerrina Piscaglia.

Questa l'ipotesi al centro della requisitoria di oggi del pm Marco Dioni.

In aula, dopo la pausa estiva, si torna quindi a parlare della scomparsa della donna, avvenuta il primo maggio del 2015 e di cui non si sa più nulla.

L'sms "inviato al prete nigeriano alle 17,26 (...) incastra padre Graziano al delitto. Così come l'invenzione della figura dello zio Francesco", ha detto il magistrato, per il quale è tutto chiaro: "L'imputato è colpevole al di là di ogni ragionevole dubbio".

Secondo indiscrezioni, già oggi dovrebbe arrivare la richiesta di condanna: probabilmente 30 anni, ma in ogni caso sembra non meno di 25.

Tra i banchi, presenti all'udienza, ci sono il marito di Guerrina, Mirco Alessandrini, le sorelle e i familiari.
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