La denuncia arriva da una mamma: "La scuola rifiuta nostro figlio perché è omosessuale".

Ionela Anisoara è la madre di un 16enne la cui iscrizione all'istituto religioso Ecfop (Ente cattolico per la formazione professionale) di Monza non è stata accettata e il ragazzo è rimasto escluso dai corsi.

"A luglio abbiamo chiamato la scuola, ci hanno risposto di chiamare più avanti - racconta - Quindi abbiamo telefonato di nuovo ad agosto, poi a inizio settembre", ma la risposta è stata: non c'è più posto, è troppo tardi.

"Io e mio marito - aggiunge la mamma - siamo convinti che si tratti di una punizione per quanto accaduto lo scorso anno".

Settembre 2015: su Instagram viene pubblicata una foto del 16enne a torso nudo insieme a un amico; i ragazzi della scuola commentano quell'immagine, la voce arriva al preside il quale parla di pedopornografia.

Il ragazzino quindi finisce in isolamento, nel corridoio dell'istituto, mentre i compagni fanno lezione.

Quando la madre chiede spiegazioni, a scuola le viene risposto: "È stato messo fuori dall'aula per non influenzare negativamente gli altri suoi compagni", e quindi decide di chiamare i carabinieri.

In pochi giorni suo figlio viene riammesso in classe, e la denuncia viene ritirata; l'anno viene concluso e sulla pagella ci sono anche ottimi voti.

Ora un nuovo episodio, questa volta più grave, perché il giovane non può frequentare la scuola.

"Mio figlio non merita un trattamento del genere per il suo orientamento sessuale, è un'ingiustizia e ci batteremo per i suoi diritti", dice la madre.
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