Intesa di massima tra governo e sindacati sul cosiddetto Ape.

Ovvero, l'anticipo pensionistico, che potrebbe essere richiesto già dal prossimo anno.

I rappresentanti di esecutivo e parti sociali si sono incontrati oggi e un ulteriore faccia a faccia è fissato per il 21 settembre.

Secondo quanto riferito dagli stessi portavoce sindacali, il piano prevede che l'anticipo di pensione possa essere richiesto a partire dai 63 anni d'età.

Quindi 3 anni e 7 mesi prima del pensionamento di vecchiaia.

Se la riforma arriverà in porto, dunque, a partire dal 2017, per un periodo di prova di 2 anni, tutti i lavoratori nati tra il 1951 e il 1954 potrebbero andare in pensione in anticipo di uno, due o tre anni e sette mesi, accollandosi parte dei costi.

L'ipotesi per l'Ape volontaria è una rata ventennale che oscillerà tra i 50 e i 60 euro al mese per ogni anno di anticipo.

Per i lavoratori "svantaggiati" il prepensionamento dovrebbe essere gratuito, ma con limite massimo dell'importo di pensione fissato a 1.200 euro.

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini ha inoltre

confermato che la misura dell'anticipo della pensione sarà estendibile a tutti, anche agli statali: "Chiunque ha maturato il requisito della pensione di vecchiaia può anticiparlo con lo strumento dell'Ape", ha detto il portavoce di Palazzo Chigi al termine del vertice coi sindacati.
© Riproduzione riservata