Per gli studiosi non ci sono più dubbi: è necessario dare un nuovo nome scientifico all'epoca che stiamo vivendo.

E il nome deve essere quello di Antropocene.

È quando sostenuto da un gruppo di esperti di antropologi, ecologi, geologi e e paleontologi, guidati dal professor Jan Zalasiewicz dell'Università di Leicester, alla luce delle profonde trasformazioni subite dalla Terra dalla Seconda guerra mondiale ad oggi.

Premessa: l'era geologica in cui viviamo è la Neozoica e attualmente siamo nel periodo detto Olocene, che viene fatto iniziare circa 12mila anni fa, quando le condizioni della Terra si stabilizzarono dopo gli effetti della cosiddetta Glaciazione Würm.

Si tratta dell'epoca che ha visto nascere e prosperare la civiltà umana.

Ma è tempo, dicono gli scienziati, di tracciare una linea di confine, mettendo la parola fine all'Olocene e dichiarare "aperta" l'era antropocenica.

Il perché è presto detto: dal 1950 in poi il mondo naturale è stato pesantemente influenzato, cambiato e addirittura devastato dalla mano dell'uomo, responsabile della dispersione nel pianeta di elementi radioattivi (in seguito all'utilizzo di bombe atomiche), di scarti industriali (plastica in particolare), di polveri sottili e cemento.

Senza contare la deforestazione.

Un intervento che ha progressivamente mutato la composizione della crosta terrestre, il territorio, il clima, il livello del mare, determinando allo stesso tempo l'estinzione di alcuni organismi e specie animali.

Insomma: alla luce di tutto questo, l'Olocene è bello e finito e deve cedere il passo all'Antropocene, parola composta da due termini greci, antropos (uomo) e kainos (nuovo).

La tesi della necessità di una nuova classificazione ufficiale è stata presentata oggi a Città del Capo, Sudafrica, nel corso dell'annuale Congresso internazionale di Geologia.

Ma, sottolineano gli esperti, non è solo un fatto di nomi.

Il cambio "anagrafico" sarebbe anche la presa d'atto degli sconvolgimenti profondi provocati dall'umanità all'equilibrio del Pianeta.

Un'assunzione di responsabilità per ripensare modalità di comportamento e di sfruttamento delle risorse a livello globale.

"L'entrata nell'era dell'Antropocene - ha afferamto Chris Rapley, climatologo - ci dice che stiamo continuando a giocare col fuoco".
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