Si apre oggi la convention di Filadelfia, che durerà fino al 28 luglio, che incoronerà Hillary Clinton come candidata dei democratici alle presidenziali Usa dell'8 novembre.

Ieri Michael Bloomberg ha annunciato che la sosterrà alla presidenza degli Stati Uniti. Il tre volte sindaco di New York, come riferisce il New York Times, darà il suo endorsement intervenendo mercoledì in prima serata alla convention democratica di Filadelfia e indicherà la Clinton come "la scelta migliore per gli elettori moderati".

Una mossa inaspettata, osserva il quotidiano, che però riflette il sempre maggiore sgomento di Bloomberg per l'avanzata di Donald Trump e la sua determinazione a vedere il candidato repubblicano sconfitto.

Bloomberg, che aveva a lungo meditato di candidarsi alla presidenza come indipendente e la cui posizione è fortemente critica nei confronti di Trump in materia di immigrazione e di economia, parlerà alla convention "da uomo d'affari" e il suo endorsement, conclude il Nyt, potrebbe rendere più forte l'appello della Clinton all'America di centro.

E alla vigilia del grande giorno, il capo del Comitato nazionale democratico (Dnc), cioè il principale organo di governo del Partito democratico Usa, Debbie Wasserman Schultz, si è dimesso a seguito dello scandalo delle oltre 19mila e-mail pubblicate da Wikileaks che dimostrerebbero il favore dei vertici del partito per Hillary Clinton a scapito del rivale delle primarie Bernie Sanders.

In una dichiarazione, la stessa Wasserman Schultz ha detto che il modo migliore per il partito per portare a termine l'obiettivo di far arrivare Clinton alla Casa Bianca è che lei lasci il suo incarico.

Il Dnc ha comunicato su Twitter che sarà la vice presidente Donna Brazile Will a ricoprire l'incarico ad interim fino all'elezione di Hillary Clinton. Wasserman Schultz parlerà ai delegati durante la convention. In una dichiarazione, Clinton l'ha ringraziata per la sua scelta.

Dal candidato repubblicano alla Casa Bianca, Donald Trump, intanto, la minaccia di ritirare gli Stati Uniti dalla World Trade Organization (Wto) se la sua proposta di tassare le società Usa che si trasferiscono oltreoceano sarà bloccata.

In un'intervista rilasciata al programma "Meet the press' "ulla Nbc, Trump ha detto che imporrebbe una tassa alle compagnie Usa che trasferiscono la produzione oltreoceano e poi però vendono i prodotti negli Stati Uniti.

"Se licenziano tutta la loro gente, trasferiscono gli stabilimenti in Messico, costruiscono condizionatori d'aria e pensano che rivenderanno quei condizionatori negli Stati Uniti, ci sarà una tassa", aveva detto Trump parlando con il conduttore della Nbc Chuck Todd, spiegando che pensava a una tassa del 15%, 25% o 35%, che poteva essere diversa a seconda delle diverse società.

Quando gli è stato detto che una tassa del genere non verrebbe approvata dalla Wto, Trump ha detto che allora rinegozierebbe "oppure usciremo".

"Questi accordi sul commercio sono un disastro, Chuck. La World Trade Organization è un disastro", ha detto Trump, che nel corso dell'intervista ha anche ribadito il suo sostegno al Regno Unito per la scelta a favore della Brexit.
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