"Lei stava con un altro, per questo l'ho uccisa". È la confessione che Vincenzo Paduano ha fatto ieri, dopo aver negato per otto ore di aver bruciato viva la sua ex fidanzata, Sara Di Pietrantonio, studentessa universitaria, dopo averla strangolata e cosparsa di alcol.

Stavano litigando, "ho acceso una sigaretta e c'è stata una fiammata. Io me ne sono andato", ha raccontato in lacrime.

Il 27enne, guardia giurata, è accusato di omicidio volontario premeditato aggravato dallo stalking, per un delitto che gli inquirenti della Squadra mobile di Roma definiscono come "il più atroce mai visto".

Il corpo della ragazza, carbonizzato, è stato trovato domenica mattina all'alba, alla periferia della capitale; poco prima aveva chiesto aiuto ma nessuno si era fermato per aiutarla.

"Un po' di tempo fa ci eravamo lasciati - ha detto Paduano agli inquirenti - ma io non sopportavo che fosse finita". È stata questa la molla che lo ha spinto a uccidere.

Stamattina è stata chiesta la convalida del fermo del vigilantes, affinché resti in carcere in custodia cautelare; tra domani e venerdì si svolgerà l'interrogatorio di garanzia.

DELITTO PREMEDITATO? - Intanto, emergono nuove, inquietanti ipotesi. Come quella dell'omicidio premeditato.

Dalle prime indagini disposte dal magistrato è infatti emerso che i rapporti tra Sara e Vincenzo si erano definitivamente interrotti una settimana prima del delitto. I due si erano rivisti in una sola occasione a casa dei genitori della ragazza.

Il giovane, dunque, potrebbe aver meditato di togliere la vita alla sua ex per un'intera settimana, affinando i dettagli per perpetrare il delitto.

Una tesi che verrà approfondita nei prossimi giorni, anche alla luce dei risultati dell'autopsia disposta sul corpo della vittima.
© Riproduzione riservata