La nave con a bordo i quasi 600 migranti soccorsi nei giorni scorsi a largo delle coste libiche, non approderà più a Porto Torres. L’imbarcazione è stata dirottata a Corigliano Calabro in Calabria. Esclusa anche la possibilità che una seconda nave con a bordo oltre 300 migranti, la "Dignity I" di Medici senza frontiere approdi sempre a Porto Torres, lunedì mattina.

Lo scalo turritano diventa però uno dei possibili approdi del nord Sardegna per accogliere le navi di migranti che viaggiano nel Mediterraneo. Per affrontare possibili situazioni di emergenza presso la sede del Centro operativo comunale di Protezione civile a Porto Torres, alla presenza dell’assessore regionale dell'Igiene e Sanità Luigi Arru, dell’assessore alla protezione civile, Donatella Spano e del Prefetto di Sassari Pietro Giardina si è tenuto un incontro per predisporre la macchina dell’accoglienza al fine di garantire il necessario coordinamento operativo tra i soggetti coinvolti nell’operazione di soccorso e di sbarco. «Stiamo cercando di capire al di là che possa arrivare in questo momento una nave come organizzarci e capire quali sono le forze in campo tra protezione civile, volontariato e sistema sanitario» afferma l’assessore Arru.

Un’ esperienza dell’accoglienza maturata nei porti del sud della Sardegna e che si intende trasmettere negli scali come Porto Torres dove non si sono mai sperimentate situazioni di emergenza di questo tipo. L’incontro è infatti servito per trasferire le conoscenze acquisite della Protezione civile regionale alle forze eventualmente coinvolte nelle situazioni di soccorso ai migranti negli scali del nord Sardegna. Una funzione operativa per affrontare circostanze di massima allerta, qualora la crisi internazionale dovesse perdurare. «In questi casi si deve operare con un coordinamento statale e il contributo regionale di tutte le forze ma con specifici protocolli già operativi e collaudati su Cagliari e che ora noi abbiamo trasferito su Porto Torres», ha aggiunto L’assessore Spano. Da Cagliari, infatti, si sta predisponendo il sostegno alla questura sassarese, in caso di sbarco, per l’identificazione dei migranti con l’invio di agenti della scientifica, della squadra mobile e altri poliziotti.
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