Il marò Salvatore Girone può rientrare in Italia.

Lo ha stabilito la Corte suprema indiana, che con la sua sentenza rende esecutivo l'ordine emanato dal Tribunale arbitrale internazionale dell'Aja il 29 aprile scorso, stabilendo anche delle condizioni da rispettare.

Girone sarà in Italia giovedì 2 giugno, festa della Repubblica, e sarà accompagnato dal generale Carmine Masiello, consigliere militare di Palazzo Chigi, e dall'ambasciatore in India Lorenzo Angeloni.

Soddisfazione è stata espressa dalla Farnesina e dal premier Matteo Renzi, che ha scritto su Twitter: "Confermiamo la nostra amicizia per l'India, il suo popolo, il suo governo. E diamo il bentornato al marò Girone che sarà con noi il 2 giugno".

I giudici indiani nell'autorizzare il rientro di Girone - con la concessione di farlo restare fino al processo - hanno posto alcune condizioni: l'ambasciatore italiano deve garantire che, in caso di richiamo in India, il marò torni entro un mese; al suo arrivo in Italia il fuciliere di Marina dovrà consegnare il passaporto e, ogni primo mercoledì del mese, presentarsi a un posto di polizia italiana; di questo evento l'ambasciata italiana deve dare conferma a quella indiana a Roma; Girone non deve manomettere alcuna prova o influenzare alcun testimone del caso; deve garantire che rimarrà sotto la giurisdizione della Corte Suprema. Se una di queste condizioni non verrà rispettata, la libertà provvisoria sarà revocata.

La moglie del fuciliere, Vania Ardito, appresa la notizia ha scritto "Felicissima, finalmente insieme!", sul suo stato di Whatsapp; accanto alla frase, una emoticon che ritrae una famiglia con due bambini.
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