È indagato per estorsione Pino Maniaci, giornalista paladino dell'antimafia e direttore dell'emittente tv Telejato, a cui è stato anche ordinato il divieto di dimora nelle province di Palermo e Trapani.

Il provvedimento gli è stato notificato questa mattina.

Secondo l'accusa, Maniaci, avrebbe chiesto e ottenuto da Salvatore Lo Biundo, sindaco di Partinico, la città dove ha sede l'emittente, un'assunzione per un'amica.

In cambio avrebbe mantenuto una linea più "morbida" nei suoi tg nei confronti degli amministratori locali della stessa Partinico e di Borgetto (Palermo).

Maniaci ha sempre respinto le accuse, affermando che l'inchiesta, che ha portato all'arresto di dieci presunti mafiosi nel Palermitano, è una "vendetta" della Procura nei suoi confronti.

Intercettato, con i suoi interlocutori il direttore di Telejato si definiva "una potenza", al punto da poter "mandare a casa" il sindaco, attaccandolo in tv, se quest'ultimo - diceva - "non si mette le corna a posto".

E non lesinava insulti neppure al presidente del Consiglio Matteo Renzi, che lo aveva chiamato al telefono per esprimergli la sua solidarietà per le presunte minacce ricevute nel 2014, dopo aver denunciato che ignoti avevano ucciso e impiccato i suoi cani.

Ma, quella volta, non si sarebbe trattato di un'intimidazione da parte della mafia: a uccidere i cani di famiglia, dicono gli inquirenti, sarebbe stato il marito della sua amante.

Maniaci all'epoca aveva ricevuto la solidarietà di numerosi esponenti politici, tra cui Claudio Fava, vicepresidente della Commissione antimafia che era andato persino a trovarlo a Partinico.
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