Obama è arrivato ieri a Cuba accompagnato dalla moglie Michelle e le figlie Malia e Sasha.

Ricco di significati simbolici, il viaggio di Obama non risolverà le molte questioni ancora aperte fra Cuba e gli Stati Uniti: il rispetto dei diritti umani da parte dell'Avana, l'embargo americano, la presenza sull'Isola della base militare statunitense di Guantanamo.

Ma non è questo lo scopo del viaggio, che vuole essere l'inizio di una nuova era nei rapporti tra i due Paesi, dopo lo storico annuncio del 17 dicembre 2014 che portò al ristabilimento delle relazioni diplomatiche bilaterali.

Una nuova era di rapporti diplomatici, commerciali e di turismo che Obama tende a far diventare irreversibile, lasciandola come eredità della sua presidenza.

''È tempo di una nuova alleanza per le Americhe", aveva dichiarato il presidente americano nel 2008, la prima volta in cui era in corsa per diventare presidente.

"È tempo di voltare pagina rispetto all'arroganza di Washington e all'antiamericanismo della regione che ostacolano il progresso".

Quella promessa comincia ora a realizzarsi a Cuba e il viaggio che comincia oggi è stato studiato con attenzione per gettare semi che possano dare frutti.

La visita è iniziata con una passeggiata di Obama nell'Avana storica per incontrare nella cattedrale il cardinale Jaime Ortega, che ha avuto un ruolo chiave nel facilitare il riavvicinamento fra Cuba e gli Stati Uniti, su impulso di Papa Francesco.

Oggi l'agenda vera e propria della visita.

GLI INCONTRI IN AGENDA - Al Palacio de la Revolucion Obama incontra il presidente Raul Castro, che in serata darà una cena di Stato per la famiglia presidenziale americana. Nessun incontro con Fidel Castro, il lider maximo della rivoluzione, per decenni il nemico comunista dell'America, che nel 2008, malato, ha lasciato la presidenza al fratello Raul.

Obama comunque renderà omaggio a José Marti, l'eroe nazionale cubano della lotta contro il colonialismo spagnolo nel 19esimo secolo, deponendo una corona di fiori davanti al suo monumento nella Plaza de la Revolucion, dove i fratelli Castro hanno pronunciato innumerevoli discorsi contro l'imperialismo americano.

Ma il senso del viaggio passerà anche attraverso l'approccio del "people to people" caro ad Obama, che nella sua missione è accompagnato da una folta delegazione di parlamentari, imprenditori ed esponenti della comunità cubano americana. Il presidente americano incontrerà giovani imprenditori, ma anche dissidenti.

IL DISCORSO DI OBAMA - Pronuncerà un discorso al Teatro Nazionale che la Casa Bianca spera sia trasmesso in tutto il Paese. Obama affronterà la questione dei diritti umani, indicando che spetta al popolo cubano spingere verso la democrazia. Il dialogo passerà infine anche dal baseball, sport popolare nei due Paesi e amatissimo da Obama, che assisterà ad una partita tra la nazionale cubana e e i giocatori americani dei Tampa Bay Rays.

Barack Obama è il primo presidente degli Stati Uniti a visitare la Cuba castrista, anche se 88 anni fa un altro presidente nordamericano era entrato nel Paese dopo soli 30 anni dalla sua indipendenza: era il repubblicano Calvin Coolidge.

DISSIDENTI ARRESTATI E RILASCIATI - Durante l'abituale marcia domenicale delle Damas de blanco all'Avana, a poche ore dall'arrivo sull'isola di Obama, erano stati arrestati una cinquantina di dissidenti cubani.

Tra questi anche la leader del gruppo, Berta Soler, e il marito Angel Moya, ex prigioniero politico, così come l'attivista Antonio Gonzalez Rodiles, il writer Danilo Maldonado Machado detto "El Sexto" e il musicista Gorki Aguila, personalità del movimento già rilasciate nella serata di ieri.

Altri manifestanti sono però ancora trattenuti dalle forze dell'ordine cubane.

Berta Soler è stata invitata all'incontro che domani Barack Obama avrà con alcuni oppositori del regime castrista.
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