Un itinerario tra castelli e manieri dell’isola per scoprire in molti casi solo i resti dei quel sistema di difesa statica. Torniamo indietro nel tempo in piena età giudicale e il nostro viaggio perte da quello che i catalani nel Trecento definirono uno dei più forti e validi castelli della Sardegna; quello del Goceano a Burgos.

Poi andiamo a Siliqua, al castello di Acquafredda che sorge su una collina di meno di 260 metri. Il castello aveva una posizione strategica perché controllava l’accesso al Sulcis dal Cagliaritano, verso i ricchi giacimenti di argento, zinco e piombo di Iglesias. Ci spostiamo nel mezzo della pianura del Campidano a metà strada tra Sardara e San Gavino, dove c’è un altro castello strategicamente importante perché sorgeva lungo il confine tra i regni giudicali di Arborea e di Cagliari, quello di Monreale. Uno dei castelli meglio conservati è senz’altro quello che i Doria eressero nel XII secolo in quella che allora era Castelgenovese, diventata poi Castelaragonese dopo la conquista nel XIV secolo da parte deicatalano aragonesi. Quella insomma che oggi è Castelsardo. Dalla parte più alta del castello si può osservare un panorama mozzafiato che va dall’Asinara alla Corsica, da S. Teresa al Monte Limbara, alla Gallura e Porto Torres. Ancora oggi ci appare invece lontano e inaccessibile nel centro della Sardegna nel Mandrolisai il castello della Medusa a Samugheo su cui scarseggiano notizie storiche mentre abbondano leggende che lo vedono al centro.
© Riproduzione riservata