Il primo giorno rosso del capoluogo sardo è triste e silenzioso.

Tra strade deserte, serrande abbassate (per l’ennesima volta) e i volti rassegnati di chi si adegua alle nuove restrizioni. In tarda mattinata tre extracomunitari si spartiscono due panchine in piazza Yenne, i piccioni tutto il resto. Intanto una donna sull’ottantina trascina il carrellino della spesa sfidando la pendenza del Largo: “Figlia mia, prego che tutto finisca presto”.

Anche il Poetto, nonostante la giornata di sole, è spettrale: ma c’è chi apprezza e si gode il silenzio seduto su una panchina vista mare, e chi assicura di essere in pausa pranzo dal lavoro. Il viaggio nella città rossa prosegue sino a mezza sera, con tappa finale al Bastione che dall’alto regala uno scorcio sulla città ferma almeno per due settimane.
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