Si chiama Souleymane Kone, ha 25 anni e viene dalla Costa d'Avorio. Da 5 anni vive in Sardegna, prima alloggiato a Porto Torres in un centro di accoglienza in via dei Ginepri, da qualche mese in un altro centro presso Platamona, a 6 km dalla città turritana.

Souleymane non ha però dimenticato Porto Torres: ogni giorno prende la sua bicicletta e raggiunge il parco di Balai lontano, polmone verde del centro e zona a cui si è in particolar modo affezionato. Quasi tutti i giorni infatti pulisce ciò che gli altri sporcano. Mette anche in ordine, depositando accuratamente i rifiuti negli appositi cestini. Si rende insomma utile alla comunità, aiutando in questo modo anche i preposti.

"Lo faccio per Dio, perché tutti siamo figli di Dio", esclama in un italiano stentato il giovane ivoriano, di religione musulmana.

La sua generosità e altruismo non sono passati inosservati, specie nei social, dove i suoi gesti sono particolarmente apprezzati. Il parco di Balai per Souleymane è la seconda casa, che cerca di custodire con amore. In Costa d'Avorio vivono sua madre e i tre fratelli.

Suo padre invece è morto nel 2017. Il giovane nel 2016 ha affrontato il viaggio della speranza dalla Costa d'Avorio alla Libia direzione Italia, con mezzi di fortuna e grandi peripezie attraverso il deserto. Ha vissuto quindi momenti terribili e come molti connazionali considera il nostro Paese la possibile svolta della propria vita. In Sardegna per lo meno ha trovato un tetto, ma nessun lavoro.

"Mi adatto a fare qualsiasi cosa", dice a microfoni spenti Souleymane. Per ora per lui solo la raccolta volontaria dei rifiuti in un parco. Come compenso solo la riconoscenza di chi crede ancora in un mondo tollerante e migliore.
© Riproduzione riservata