«Il transhipment non è morto, è vivo e vegeto». Aperta L'Unione Sarda sulla pagina dell'inchiesta che riguarda il Porto canale di Cagliari e il loro stesso futuro, i lavoratori dello scalo industriale si sono ritrovati questa mattina davanti alla sede dell'Autorità di sistema portuale del mare di Sardegna e annunciano battaglia.

«Da lunedì occupiamo. Abbiamo solo rimandato di due giorni il programma della protesta per attendere che la Sardegna diventi gialla, così da evitare problemi con le disposizioni anti Covid, ma d'ora in poi sarà battaglia dura», annunciano i lavoratori, che pretendono chiarezza «sui giochi di potere» che hanno portato alla crisi dello scalo.

«Il terminal non è morto, lo è ancora di meno il transhipment», dice Raffaella Manigas, portavoce del gruppo di dimostranti che si sono ritrovati in via Roma. «L'inchiesta ha rivelato ciò che noi lavoratori abbiano sempre sostenuto, e cioè che il transhipment non è morto, non è anti economico. Il fatto che un operatore così grosso, quarto a livello mondiale, abbia manifestato interessi su Cagliari dimostra che il problema non è strutturale o fisico dello scalo, ma che esistono evidentemente ben altre responsabilità».
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