Parte da Capoterra la protesta civile dei titolari di bar e locali costretti a restare chiusi perché in tutto il territorio regionale sono entrate in vigore le restrizioni previste dalla zona arancione. Nonostante i divieti, questa mattina in molti hanno deciso di disobbedire e sollevare le serrande.

"Abbiamo deciso di aprire e di metterci la faccia perché non possiamo più permetterci di non lavorare - dice Priscilla Arrius, titolare del bar Beverly -, con due dipendenti, un affitto da pagare e le tasse, una chiusura di quindici giorni per noi è una catastrofe. Abbiamo sempre lavorato rispettando le norme anti Covid: in tutti questi mesi non abbiamo avuto neppure un caso di positività legato al nostro locale".

Le fa eco Francesca Boero, proprietaria della Caffetteria del Corso: "Siamo stanchi di queste decisioni prese senza alcun preavviso, non è pensabile che decidano di chiuderci dall'oggi al domani: abbiamo deciso di aprire perché abbiamo bisogno di lavorare. Con i primi ristori stanziati dal Governo non siamo stati in grado di pagare neppure l'affitto".

Anche Carlo Atzori, titolare dell'O'connel pub, e Vitaly Delogu del Fuori mano cocktail club hanno deciso di aprire i loro locali: "Sapere di non poter aprire dopo aver fatto il carico di merce è inaccettabile: ci costringono a gettare via fusti di birra appena aperti e altra merce deperibile. Non riusciamo a vedere la fine di questo incubo".

Nel video le parole di Priscilla Arrius e Francesca Boero.
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