In Sardegna continua a crescere il numero di persone affette da anoressia, bulimia e altri disturbi del comportamento alimentare e l'età media dei pazienti si abbassa pericolosamente ma l'unica struttura residenziale specializzata - la comunità Lo Specchio di Iglesias - è semivuota. Nonostante le numerose richieste di ingresso, i malati più gravi continuano a essere inviati in centri della penisola con costi economici doppi o tripli per le casse regionali senza considerare i disagi sia per i malati che per le famiglie.

Lo denuncia, con una documentata lettera inviata all'assessorato alla Sanità, Giovanna Grillo, direttrice dell'associazione Casa Emmaus, che gestisce la struttura e teme, dopo numerosi investimenti economici e formativi, di dover gettare la spugna nonostante il centro abbia come supervisore uno dei maggiori esperti italiani in materia, lo psichiatra e psicoterapeuta Leonardo Mendolicchio.

L'assessore alla Sanità Mario Nieddu, che alcune settimane fa ha ricevuto la lettera dei vertici della Comunità, replica di averla vista e di attendere una relazione al Dipartimento di salute mentale della Asl di Cagliari, che sovraintende anche alle cure dei disturbi alimentari. La cui responsabile, Graziella Boi, riferisce che a breve nella comunità saranno inviate cinque pazienti e che l'attenzione del dipartimento nei confronti della struttura residenziale di Iglesias è massima.

Si calcola che nell'Isola siano oltre tra tre e quattromila le persone affette da disturbi del comportamento alimentare. Si tratta di patologie complesse che devastano pazienti e famiglie e che per essere trattate hanno bisogno di équipe multidisciplinari che comprendono psichiatri, psicoterapeuti, biologi, nutrizionisti, internisti, infermieri, educatori.

Per curare questi disturbi, che possono portare alla morte, occorrono anni. L'Isola sta provando a colmare un grave ritardo ma le lacune sono ancora grandi.
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