Se la Rwm di Domusnovas non può più esportare bombe da vendere a Paesi belligeranti, non è detto che debba fallire. Basterebbe fornirle alle nazioni che, la guerra, proprio non la vogliono ma che devono comunque avere armamenti per eventuali scopi difensivi.

L’Italia, tanto per cominciare, e poi tutti i Paesi che fanno parte della Nato.

Al sottosegretario alla Difesa, il sardo Giulio Calvisi, del Pd, l’idea piace e anche i sindacati sono d’accordo, purché si faccia in fretta. La multinazionale degli armamenti non ha confermato molti contratti di lavoro degli operai, pur necessari per far lavorare lo stabilimento di Domusnovas, proprio a causa dell’assenza di commesse.

La maggior parte di richieste per gli armamenti, particolarmente per le bombe, veniva da commesse di Paesi ai quali – dopo la decisione del Parlamento di vietare le esportazioni verso nazioni in guerra, adottata l’anno scorso – non possono essere più venduti.

Dunque, nell’impossibilità sostenuta dai sindacati di riconvertire la fabbrica, per salvare la Rwm sono necessarie commesse italiane e del Patto atlantico, come spiega lo stesso sottosegretario Calvisi in questa videointervista.
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