Sono passati cento anni, ma Iglesias non dimentica. Neppure le restrizioni date dall'emergenza coronavirus scalfiscono la Storia (volutamente con la maiuscola) e la città, ma tutto il territorio, ha voluto ricordare anche oggi il sacrificio dei sette minatori che, nel corso di una protesta per rivendicare condizioni di lavoro dignitose e un salario equo, morirono sotto i colpi di arma da fuoco esplosi dai carabinieri mandati dalla prefettura, l'11 maggio 1920, tra via Satta e piazza Municipio, a Iglesias.

Lottavano per il pane e per condizioni di lavoro dignitose: cinque morirono subito, altri due poco dopo, in ospedale.

Alunne e alunni dell'istituto comprensivo Eleonora d'Arborea - che comprende anche le sedi di Nebida, Flumini e Buggerru - non potendo fare la consueta rappresentazione dal vivo nei luoghi teatro dell'eccidio, lo hanno fatto attraverso il canale Youtube della scuola, riproponendo ieri il preludio della tragica giornata e oggi la cronaca della tragedia. Le autorità e i sindacati, in forma ristretta, hanno deposto le corone d'alloro nella lapide di via Satta e in quella del cimitero.
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