La grotta Santa Barbara continua a rimanere chiusa.

E Iglesias, che si fa vanto del patrimonio minerario, perde ancora l'occasione per incrementare lo sviluppo turistico. Il gioiello naturalistico scoperto per caso, nel 1952, dai minatori impegnati a scavare un nuovo pozzo a San Giovanni miniera, frazione di Iglesias, ne è una dimostrazione evidente.

Non è ancora andato in porto il progetto dell'amministrazione comunale, che ha chiesto all'assessorato regionale dell'Industria (proprietaria dei siti minerari, attraverso la società Igea) il comodato d'uso per finalità turistiche: ci sarebbe ancora qualche intoppo legato, in particolare, alla gestione degli aspetti di sicurezza finora garantiti da Igea. La grotta era stata già aperta ai visitatori tre anni fa e l'accesso era regolato da una convenzione tra Comune, Igea e Parco geominerario.

Poi, a ridosso di Pasqua dello scorso anno, la chiusura imposta dai lavori di manutenzione dell'ascensore, infine la decisione del Comune di “svincolarsi” da Igea e avviare le procedure per la gestione.

Come già accade per Porto Flavia, la galleria affacciata sul mare di Masua che dal primo al 14 agosto ha accolto 4.655 visitatori, contro i 3.589 dello stesso periodo del 2018. A dimostrazione del grande interesse per i siti minerari.

Per questo risulta difficile da accettare anche la chiusura degli altri simboli della storia mineraria, tra cui la galleria Villamarina, a Monteponi. Dura la critica di Luigi Biggio, consigliere di minoranza. E il sindaco, Mauro Usai, replica dicendo che il progetto sta andando avanti.
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