L'Arabia Saudita ha condannato a morte cinque persone per l'omicidio di Jamal Khashoggi, il giornalista saudita ucciso lo scorso 2 ottobre 2018 all interno del consolato dell'Arabia Saudita a Istanbul. Altri tre imputati sono stati condannati a pene detentive per l'omicidio di Khashoggi, che sarebbe stato strangolato e poi fatto a pezzi all'interno della sede diplomatica.

Saud al Qahtani, ex consigliere del principe ereditario Mohammed ben Salman, non è stato processato per "insufficienza di prove" e il generale Ahmed al Assiri, ex numero due dei servizi di intelligence, è stato assolto con la stessa formula.

La vicenda dell'assassinio di Khashoggi aveva suscitato indignazione a livello internazionale: la Special rapporteur dell'Onu Agnes Callamard aveva concluso che l'uccisione del giornalista è stata un'esecuzione extra-giudiziale, affermando che vi sono prove sufficienti per procedere a ulteriori indagini su alti ufficiali sauditi, incluso il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman.

Il principe aveva negato ogni coinvolgimento, ordinando indagini della procura che hanno concluso che Khashoggi sarebbe stato ucciso in un'operazione dei servizi sauditi per riportare il giornalista dissidente a Riad "negoziando" il rientro con lui. Secondo la Bbc, il viceprocuratore generale Shalaan Shalaan ha affermato che l'omicidio non sarebbe stato premeditato dall'inizio dell'operazione bensì ordinato dal capo del team dopo aver ispezionato i locali del consolato "ed essersi reso conto che non era possibile portare la vittima in un luogo sicuro per negoziare".

(Unioneonline/L)
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