Dall'oblio al riscatto, dagli anni più bui della storia del Verona al ritorno in Serie A.

Dall'estate del 2007 a gennaio del 2016, in totale 314 partite, in tre categorie diverse, sino a diventare il quarto gialloblù di tutti i tempi per presenze.

Gioie incontenibili, dolori atroci ed emozioni indelebili. A Rafael de Andrade Bittencourt (per gli amici Rafà) l'Hellas era entrato talmente dentro che quando lo ha lasciato per trasferirsi al Cagliari comprò un'intera pagina del quotidiano locale, L'Arena, per ringraziare la società, la città e soprattutto i tifosi con una lettera commovente che iniziava con un profondo obrigado (grazie) e si chiudeva con un dolce arrivederci .

LA PRIMA VOLTA CONTRO - Da allora, però, le strade di Rafael e del Verona non si sono più incrociate. Succederà per la prima volta domenica alla Sardegna Arena.

Magari al Bentegodi avrebbe avuto un altro effetto, sarà comunque una partita speciale per il portiere brasiliano, anche per l'importanza della posta in palio.

CARPE DIEM - Il destino, ancora lui.

Lo stesso che gli aveva permesso di giocare nel calcio che conta italiano partendo dai bassifondi della C (il primo anno a Verona rischiò addirittura la retrocessione in C2) e di ritrovarsi poi titolare al Cagliari al posto di Storari del quale era destinato a fare il vice contratto natural durante. Perché la prossima gara Rafael non l'avrebbe nemmeno presa in considerazione se Alessio Cragno non si fosse infortunato e lui non avesse risolto in tempo il problema alla mano che lo tormentava da luglio. E proprio le sue parate potrebbero affondare i gialloblù, ora tre punti sotto il Cagliari.

PASSIONE E PARATE - Provvidenziale col Benevento, non è riuscito, invece, a contenere l'emorragia a Torino contro i granata. Rafael sta vivendo con grande apprensione (ma anche concentrazione) l'appuntamento di domenica. In 90 minuti rivivrà 9 anni consumati intensamente.

La vostra passione e il vostro amore mi hanno preso il cuore , uno degli stralci più toccanti nella lettera del 17 luglio del 2016, scritta e pubblicata nel momento esatto in cui il prestito in rossoblù è diventato un trasferimento a titolo definitivo. Perché Rafael, come la maggior parte dei brasiliani, vive il calcio con passione, anche se rispetto ai connazionali non è un tipo esuberante.

Anche a Cagliari è subito entrato nel cuore dei tifosi. Per le parate soprattutto, e per quel profilo basso e la professionalità dimostrata prima da dodicesimo poi da titolare, e ancora da vice Cragno. Insomma, sai che di lui ti puoi fidare, sempre e comunque.

C'ERAVAMO TANTO AMATI - Sfida al passato col cuore in mano. L'avventura in gialloblù di Rafael si è chiusa a sole 23 partite dal record di presenze di Luigi Bernardi (quello che nel Cagliari, tanto per intendersi, detiene Daniele Conti), storico difensore del primo dopoguerra. Ex Santos, ma in Veneto arriva dal São Bento, dalla terza divisione brasiliana a quella italiana, dunque.

Inizialmente capro espiatorio dei tifosi, poi idolo assoluto e protagonista nella scalata dalla C alla A.

Decisivo nella sua crescita il preparatore dei portieri Ermes Morini, uno dei più stretti collaboratori del tecnico Mandorlini. La svolta, però, arriva già nel 2009, certo non per il contropiede allo scadere di una gara con la Ternana (etichettato poi dai media come "la pazzia di Rafael") chiuso con un assist per il gol di Diego Farias, proprio lui.

L'EPILOGO - Per Rafael e per il Verona è una cavalcata trionfale. Sino alla stagione 2014/2015, quando la discontinuità tra i pali e il continuo dualismo con Gollini raffreddano gli entusiasmi.

Il mercato estivo scuote l'ambiente, i tifosi sono combattuti, la dirigenza alla fine rifiuta un milione di sterline dall'Inghilterra, considerato un affronto al valore del legame tra il brasiliano e l'Hellas.

La storia è comunque destinata a concludersi sei mesi dopo. Nel modo più anonimo e amaro, ma senza rancore e con quella frase che fa commuovere un'intera città: Verona ti porterò sempre nel cuore.

Domenica, però, farà di tutto per batterlo.

Fabiano Gaggini
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