"Non si capisce se Giulia Bongiorno parla da avvocato o da senatrice”. Mentre ancora non si sono placate le polemiche per il video (GUARDA) postato da Beppe Grillo per difendere il figlio Ciro, accusato assieme a due amici di aver violentato, nel 2019, una ragazza a Porto Cervo, le parole di Anna Macina, sottosegretaria alla Giustizia del Movimento 5 Stelle, diventano un caso nel caso. 

La Macina, infatti, ha di fatto insinuato che la Bongiorno, che difende la giovane che ha denunciato lo stupro e che al tempo stesso è parlamentare della Lega e che, inoltre, ha annunciato di voler rispondere in tribunale alle parole di Grillo senior, possa voler fare uso politico della vicenda. 

Dichiarazioni che, come detto, hanno innescato un altro vespaio, stavolta tutto politico. La Bongiorno ha subito respinto le illazioni, parlando di “affermazioni farneticanti” di cui Macina “risponderà in sede giudiziaria”. La Lega, invece, ha chiesto senza mezzi termini le dimissioni della sottosegretaria grillina. E così Azione, il partito guidato da Carlo Calenda. Critiche sono arrivate anche da Forza Italia e da Italia Viva. 

In campo è sceso anche il ministro della Giustizia Marta Cartabia, che ha avuto un “chiarimento” con la sua vice, durante il quale la Guardasigilli avrebbe richiamato l’attenzione sulla necessità di tenere una posizione più “istitituzionale” e, quindi, “riserbo” nei confronti di inchieste in corso. 

Dal canto proprio, il M5S difende la sua esponente, accusando la Lega di continuare a strumentalizzare il caso di Ciro Grillo e definendo"legittimi" i dubbi di Macina.

Quest’ultima ha poi cercato di precisare meglio le sue parole: “Ho chiesto solo chiarezza e trasparenza, il caso non va politicizzato". 

Ma l’impressione è che il “caso Grillo” sembra destinato a restare ancora sotto i riflettori non solo della magistratura, ma anche della politica.

(Unioneonline/l.f.)

© Riproduzione riservata