San Gavino, il racconto del carabiniere-partigiano agli studenti: “Così sono sfuggito ai campi di concentramento”
Claudio Perra ripercorre i momenti più difficili della sua vita e richiama i giovani a non dimenticare
Claudio Perra, nato a Monserrato nel 1923, carabiniere in pensione che a Roma ha assistito all’arresto di Benito Mussolini, ha raccontato agli studenti del liceo “Marconi-Lussu” di San Gavino Monreale la sua esperienza di partigiano con il rischio di finire nei campi di concentramento.
Una preziosa testimonianza, inserita all’interno della video-manifestazione dal titolo: “I giovani, i partigiani e il 25 aprile” organizzata dall’assessorato alla Cultura di Gavino Monreale. “All’età di 18 anni – racconta Claudio Perra – sono stato arruolato presso l’Arma dei Carabinieri Reali. Sono arrivato a Roma nell’aprile del 1942 e venni assegnato alla Legione Allievi dei carabinieri a cavallo. Il giorno dopo l’annuncio dell’armistizio dell’8 settembre del 1943, la mattina presto ho visto un gruppo di 4 macchine scure uscire dalla villa attraverso l’ingresso posteriore. All’interno stava il re con parte della sua famiglia e del Governo che scappavano da Roma. I soldati furono lasciati senza ordini e ci fu uno sbandamento generale. Poi arrivò l’ordine del maresciallo Graziani, che imponeva ai carabinieri di Roma di deporre le armi. In quei giorni i tedeschi catturarono circa 2.000 carabinieri e li deportano in Germania e dopo una settimana fecero lo stesso con gli ebrei”.
Salvatosi dalla deportazione, Perra entrò a far parte del gruppo clandestino dei carabinieri, denominato “Banda Caruso”: “Ho partecipato in prima persona alla liberazione dei prigionieri che i tedeschi tenevano in ostaggio in una villa al Celio. L’operazione è passata alla storia come la beffa di San Gregorio al Celio. Dopo questa azione alcuni miei superiori, come il brigadiere Candido Manca di Dolianova e il capitano Giovanni Frignani, colui che arrestò Mussolini, finirono prima in via Tasso, dove vennero torturati senza pietà, e poi trucidati alle Fosse Ardeatine. Perciò ho lasciato Roma in modo rocambolesco e da ultimo, dopo tre giorni di viaggio, ha raggiunto L’Aquila dove ho ripreso il servizio”.
Perra ha ricordato ai ragazzi che ormai gli ex combattenti sono davvero pochi e il loro compito è quello di passare il testimone ai giovani: “La libertà – conclude - è stata conquistata a caro prezzo, col sangue di tanti giovani e costoro vanno sempre ricordati. I ragazzi di oggi hanno il compito di non dimenticare i tanti sacrifici compiuti. Anche la scuola, tra i suoi doveri, ha quello di far conoscere il passato ai giovani perché solo così essi potranno capire il futuro”.
GIAN LUIGI PITTAU