L'ultimatum dell'azienda
È durata meno di 24 ore l'euforia di sindacati e lavoratori dell'Alcoa di Portovesme per lo scampato pericolo. L'ad di Alcoa, Giuseppe Toia, ha comunicato che, se la soluzione al caro-energia non si concretizzerà in tempi brevissimi, la multinazionale prenderà in considerazione la fermata tecnica degli impianti con la conseguente cassa integrazione per gli operai.DOCCIA FREDDA Una doccia fredda, dopo la conclusione della giornata romana con le rassicurazioni del ministro Scajola sul futuro della fabbrica di alluminio. Alcoa chiede provvedimenti concreti in tempi stretti, altrimenti la fabbrica è destinata a fermarsi. Fino al 31 dicembre, in seguito alla proroga annunciata dal Governo, sono ancora in vigore le tariffe speciali, ma se da gennaio Alcoa dovrà pagare l'energia a prezzo pieno (con costi aggiuntivi di 10 milioni al mese) la decisione di fermare sarebbe automatica. E così sull'assemblea dei lavoratori è sceso il gelo, con l'annuncio di una possibile fermata e della cassa integrazione.
GLI OPERAI La mobilitazione va avanti: i lavoratori che da venti giorni vivono asserragliati su una torre d'acciaio a 60 metri, continueranno la loro protesta. In fabbrica sarà presente un presidio di lavoratori e nei prossimi giorni potrebbero esserci altre iniziative. «L'assemblea valuta positivamente la volontà dichiarata dal ministro Scajola sulle possibili soluzioni», è scritto in una nota dei sindacati, «ma respinge qualunque ipotesi di fermata anche temporanea degli impianti e l'utilizzo della cassa integrazione». Oggi a Cagliari la Rsu di fabbrica e le segreterie dei metalmeccanici dovrebbero incontrare il governatore Ugo Cappellacci. Mentre altri due incontri a livello nazionale sono già in agenda: uno per il 25 novembre, l'altro per il primo dicembre.
INFRAZIONE Intanto, la commissione Concorrenza dell'Unione europea ha ufficializzato ieri mattina la decisione sulla procedura di infrazione per le tariffe speciali di Alcoa. Bruxelles ha chiesto all'Italia di recuperare da Alcoa gli aiuti per il sito di Portovesme dal 2006 al 2007, mentre per la fabbrica di Fusina nel Veneto dal 2006 al 2009. La sanzione totale a carico della multinazionale americana dovrebbe aggirarsi sui 260 milioni, che lo Stato dovrà recuperare entro 4 mesi, con la possibilità di impugnare il provvedimento.
CICU «Sono stati raggiunti significativi e positivi risultati che ci consentono di guardare con fiducia alla vertenza Alcoa e al dramma che investirebbe migliaia di lavoratori». Il deputato del Pdl, Salvatore Cicu, consulente del Ministro Scajola, commenta: «Dobbiamo con celerità, ma con grande attenzione, seguire i passaggi successivi rispetto al problema della restituzione delle agevolazioni da parte dell'Ue, che ha avuto un primo importante risultato, ma non per questo bisogna abbassare il livello di confronto». Cicu traccia la strada da seguire: «Le soluzioni ulteriori che riguardano il tema dell'energia per gli anni futuri si sviluppano lungo tre diverse direttive e consentono benefici in termini di riduzione del prezzo finale della fornitura elettrica: lo sfruttamento dell'interrompibilità della fornitura sull'intero consumo dello stabilimento; la partecipazione allo sviluppo di linee di interconnessione con il Mediterraneo da cui derivare l'intera fornitura, i cui benefici sono immediati e non attendono la realizzazione delle infrastrutture; le riduzioni dei corrispettivi di dispacciamento». Secondo il parlamentare, «tutto questo ci farà raggiungere l'obiettivo di prezzi di fornitura per lo stabilimento in Sardegna ai prezzi medi sostenuti dalle altre produzioni di alluminio in Europa. Già da oggi si procederà agli ulteriori approfondimenti tecnici. Occorre equilibrio, al fine di giungere all'obiettivo comune», conclude Cicu, «di non far chiudere Alcoa».
ANTONELLA PANI