Caso Mulas, emerge un'altra verità:una telefonata dopo la scomparsa
Un'altra verità. Una telefonata fra Nudda e Mulas quando quest'ultimo risultava sparito. E una visita dei figli dell'imprenditore a Cagliari.
L'ex muratore Nudda: mi ha anche sequestrato il cellulare
Tanino Nudda ha parlato con Piero Mulas dopo la sua scomparsa. Nel mistero sulla sparizione dell'imprenditore di Bono c'è un'altra verità, messa nero su bianco nei verbali della Questura cagliaritana.
I TEMPI NON TORNANO L'ultimo contatto tra Tanino Nudda, ex muratore di 35 anni, e l'imprenditore scomparso, è di venerdì 12 marzo. Un giorno dopo quello indicato dalla famiglia ai carabinieri. Un giorno dopo quello indicato dallo stesso Tanino ai militari che gli chiedevano spiegazioni sull'amico sparito. L'ultimo contatto è arrivato sul cellulare: una telefonata di Nudda a Mulas per lamentarsi della droga contenuta nei pacchi che stava consegnando a Cagliari.Nel momento in cui avviene l'ultima chiacchierata tra i due uomini di Bono, sono già passate ventiquattro ore dalla mattina in cui Piero Mulas è uscito dalla sua casa dicendo di dover andare a Macomer e Villacidro con il giovane muratore per un viaggio di lavoro.
I FIGLI A CAGLIARI Ma c'è di più. Irene e Sandro, i figli dell'imprenditore, sabato mattina, si sarebbero presentati al capezzale di Tanino per avere notizie del padre scomparso. Insomma, tutta un'altra storia.
SENZA POTERE Nel racconto fatto alla Squadra Mobile di Cagliari, Tanino si descrive come una marionetta nelle mani dell'imprenditore: sempre ai suoi ordini. Prima dell'ultimo viaggio a Cagliari lo scorso 12 marzo, quello concluso con il pestaggio e la rapina, Piero Mulas gli avrebbe persino requisito il cellulare. «Tanto non ti serve. Non ti deve chiamare nessuno e tu non devi parlare con nessuno». L'ex muratore non ha battuto ciglio o, almeno, così ha raccontato agli agenti della Questura che lo hanno sentito subito dopo l'aggressione.
LA CURIOSITÀ Venerdì lungo la strada per Cagliari, però, Tanino si è incuriosito e ha controllato il contenuto di quel pacco misterioso. In quell'istante ha scoperto di essere un corriere della droga. Tanino è infuriato, vuole delle spiegazioni dall'uomo che gli ha messo in mano quella roba: corre a comprare un telefonino e una scheda nuova e chiama Piero Mulas per lamentarsi.
L'AGGRESSIONE Nelle parole messe a verbale dagli agenti cagliaritani è questo il loro ultimo contatto. Poi arriva il pestaggio in viale Jenner. Nel centro di Cagliari, Tanino Nudda assicura di essere stato tamponato da un'auto di cui non ricorda niente. Quando è sceso per controllare i danni, tre uomini incappucciati lo hanno aggredito, picchiato e rapinato dell'auto, del pacco e del suo contenuto. In una via centrale e trafficata, nessuno ha visto nulla. Nessuno lo ha sentito chiedere aiuto. Nessuno è corso alle grida di quell'uomo al quale tre incappucciati stavano spezzando una gamba. Poi, il commando svanisce. L'auto di Tanino pure e lui ricompare al pronto soccorso dell'ospedale Brotzu.
LA DENUNCIA Qualche ora dopo, i fratelli Mulas sono già lì. L'uno accanto all'altra per chiedere notizie o spiegazioni sulla sorte del babbo sparito ormai da molte ore. Il giorno dopo, a parecchi chilometri di distanza, Irene, la figlia dell'imprenditore, si presenta in caserma per denunciare la scomparsa del padre. Ai militari della compagnia di Bono, la ragazza racconta di non avere più sue notizie da un paio di giorni, dice di averlo visto per l'ultima volta giovedì mattina. Della gita all'ospedale cagliaritano nemmeno una parola. Solo in quel momento, la famiglia di Piero Mulas fa scattare l'allarme e le ricerche.
MARIELLA CAREDDU