Capoterra, 38enne dà fuocoal Comune e muore soffocato
Con un piccone ha sfondato una finestra per svaligiare il Municipio. È morto dopo aver appiccato il fuoco.Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
DAL NOSTRO INVIATO
PAOLO CARTA
CAPOTERRA È morto nel tentativo di rubare pochi spiccioli custoditi nei cassetti degli uffici comunali. Forse proprio il fatto di aver trovato soltanto qualche moneta ha scatenato la rabbia di Dino Manca, 38 anni, disoccupato di Capoterra. Con un accendino in mano ha appiccato il fuoco in diversi punti dell'ufficio Anagrafe, piano terra del Municipio. L'aria in quella stanzetta è diventata subito irrespirabile: Dino Manca si è accasciato ed è morto in pochi minuti. Per asfissia, secondo il primo referto dei medici del 118, intervenuti quando ormai non c'era nulla da fare.
IL PRIMO ALLARME A dare l'allarme erano stati alcuni passanti, che avevano visto il fumo uscire da una finestra di un ufficio del Municipio di via Cagliari, la strada principale della cittadina. Erano le 22, sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco. È stato il sindaco Giorgio Marongiu ad aprire il palazzo comunale per agevolare lo spegnimento di quello che sembrava un banale incendio appiccato dai soliti vandali. Invece no, i vigili del fuoco, una volta all'interno del Comune, hanno scoperto il corpo di Dino Manca. Un'autoambulanza dei volontari dei 118 con due medici a bordo si è precicipiatata nel giro di pochi minuti in via Cagliari ma tutti i tentativi di rianimare il giovane sono stati inutili. Secondo un primo esame, Dino Manca era già morto da almeno mezz'ora. Le indagini a questo punto sono passate ai carabinieri della Compagnia di Cagliari e della stazione di Capoterra. Non è stato difficile per gli uomini dell'Arma ipotizzare quello che è accaduto ieri sera, dopo la chiusura degli uffici comunali.
CHI ERA Dino Manca, personaggio conosciuto alle forze dell'ordine per qualche piccolo precedente e per i problemi di dipendenza dalle sostanze stupefacenti, ha scavalcato il cancello posteriore del cortile che circonda il palazzo municipale. Nel parcheggio ha trovato la motoape dei Servizi tecnologici: all'interno piccone, zappa e martello. Con questi attrezzi ha sfondato il vetro di una finestra ed è entrato all'interno del Municipio. L'intento dell'uomo era evidentemente quello di arraffare il più possibile. Prima ha scassinato il distributore automatico di bibite, cioccolati e soldi. Poi, ha cominciato a fare il giro degli uffici, rovistando tra i cassetti. ma di denaro nessuna traccia.
Ultima tappa: l'ufficio anagrafe. Dove di solito gli impiegati conservano i soldi incassati per il rilascio di carte d'identità o di altri documenti.
PICCOLI FOCOLAI Bottino magro, appena qualche altra moneta. Dino Manca ha così pensato di appiccare il fuoco. Per disperazione, per rabbia, per il senso di impotenza. Chissà dove aveva trovato il coraggio di quel blitz, e adesso si era trovato praticamente a mani vuote, con qualche spicciolo conservato nelle tasche anteriori dei jeans. O forse voleva cancellare con il fuoco le tracce di quel suo passaggio negli uffici municipali.
i vigili del fuoco e i carabinieri hanno trovato in diversi punti dell'ufficio anagrafe le tracce dell'incedio appiccato. Probabilmente Dino Manca, mentre armeggiava con l'accendino prima vicino alla scrivania, poi nei pressi dello schedario, non si è accorto che la stanza era ormai invasa dal fumo. Si è sentito male, ha perso conoscenza ed è morto. Senza poter neppure chiedere aiuto.
L'INCHIESTA Le indagini dei carabinieri sono cominciate subito dopo la scoperta del corpo senza vita del giovane disocupato. Si cerca di capire se avesse un complice, che potrebbe essersi dato alla fuga senza riuscire ad aiutare l'amico in difficoltà. Gli inquirenti escludono l'ipotesi del suicidio, che puro qualcuno aveva ipotizzato pensando al ladruncolo in preda alla disperazione dopo l'ennesimo fallimento della sua vita.
Ieri, attorno alle 23, tantissime persone sono arrivate davanti al Municipio. I familiari sono stati chiamati al riconoscimento del corpo di Dino Manca, mentre tanti amici non riuscivano a darsi pace per quanto era acaduto.
AVEVA UNA FIGLIA L'uomo aveva 38 anni, non era sposato ma aveva avuto una figlia da una ex fidanzata che poi si è rifatta una vita con un altro uomo. Aveva provato anche a emigrare per cercare un lavoro e l'aveva trovato in Emilia Romagna in uno stabilimento della Barilla. Dopo qualche anno, il ritorno a Capoterra, il suo paese, dove era conosciuto anche per il suo passato di sportivo da calciatore dilettante nella squadra del Frutti d'oro.
(ha collaborato I. Murgana)