La giornata da segnare in verde sul calendario è il 4 ottobre, da allora dovrebbero entrare in vigore le norme che estendono l’obbligo di Green pass a numerose altre attività: dipendenti pubblici e tutti i lavoratori dei settori in cui la certificazione viene richiesta all’ingresso, dunque dipendenti e gestori di bar, ristoranti, palestre, piscine, cinema, musei e addetti ai trasporti a lunga percorrenza.

In Sardegna da questo punto di vista sembra esserci accordo totale tra sindacati e associazioni di categoria, tutti favorevoli al Green pass.

Nando Faedda, numero uno della Confesercenti Sardegna e vice della Camera di commercio Cagliari-Oristano non ha dubbi: «Giusto che venga esteso non solo a loro ma a tutti. E’ uno strumento che ci offre la sicurezza di vivere meglio. Trovo giusto che lo abbiano i clienti ma lo abbia anche chi lavora a contatto con loro».

«Assodato che dobbiamo essere noi a controllare e fare pressioni sui cittadini, io personalmente sono a favore di questa estensione se al primo posto si mette la tutela della salute dei cittadini – sottolinea Emanuele Frongia, presidente della Fipe-Confcommercio sud Sardegna, l'associazione di categoria che rappresenta bar, locali e ristoranti –. Gli operatori sono contenti se questo vuol dire non chiudere più. Quindi sì al Green pass anche per noi ma niente chiusure. Ma ci vogliono anche regole certe e chiare, ad esempio dobbiamo avere un canale principale per tutto il personale, soprattutto per i ragazzi che ancora non si sono vaccinati».

Quanto ai dipendenti pubblici, il 10% non è ancora vaccinato. Per il ministro Renato Brunetta l’estensione del Green pass obbligatorio dovrebbe riguardare tutti i lavoratori, senza distinzioni: «È una patente di libertà, io lo estenderei a tutto il mondo del lavoro, pubblico e privato».

In settimana potrebbero già arrivare le decisioni, così da dare tempo e modo a chi non è vaccinato di ottenere la certificazione facendo la prima dose. Giovedì dovrebbe essere la data chiave: prima la cabina di regia, poi l’incontro con le Regioni e quindi il Consiglio dei ministri che darà l’ok al nuovo decreto.

(Unioneonline)

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