Il kickboxer ucciso sull'isola di Ponza, giallo verso la svolta

03 gennaio 2022 alle 22:30

Alcune trasmissioni come le Iene e Storie italiane hanno dato un'eco mediatica nazionale al giallo di Ponza, ovvero il caso del campione di kickboxing Gianmarco Pozzi, romano di 28 anni, trovato morto in circostanze misteriose sull'isola il 9 agosto 2020. "Ma dov'è cascato, fra un muro e l'altro? Ce l'hanno buttato", dice la sorella Martina, in un video registrato sull'isola il giorno dopo la morte del fratello.

A quasi 17 mesi da quel drammatico ritrovamento la testimonianza di una donna potrebbe portare a una svolta. Lo ha raccontato il papà di Gimmy, Paolo, che ogni giorno lotta per avere verità e giustizia per suo figlio: "Questa donna racconta di aver visto una carriola coperta da un telo con due gambe che uscivano dalla carriola e dentro il cancelletto famoso del campo dove viene ritrovato mio figlio fanno un percorso e dopo di che lo trascinano dai piedi fino a buttarlo dentro all'intercapedine".

L'informazione gli è arrivata da una persona di Ponza, che è amico della testimone oculare. A settembre, visto che nessuno si muoveva, Paolo decide di fare qualcosa: "Sono andato in procura e ho comunicato, ho dato il telefono mio, hanno visto i 104 whatsapp e le 27 mail abbiamo preso una pennetta e li abbiamo depositati. Dopo di che sappiamo che lui è stato convocato dalla procura di Cassino, dopo di che non so più nulla, perché a noi non dicono nulla".

"Come l'hanno trovato, chi se n'è accorto?", chiede Martina, la sorella, al proprietario del terreno dove è stato trovato il corpo senza vita del fratello. "Ho sentito un botta pesante, ma non immaginavo fosse una persona", risponde l'uomo. Purtroppo, come noto, sul corpo del ragazzo, nel frattempo cremato, non è stata effettuata alcuna autopsia. Nessuno inoltre ha sequestrato l'area del ritrovamento del cadavere, né l'abitazione dove Gimmy soggiornava con i tre coinquilini.

Le parole dell'avvocato della famiglia Pozzi, Fabrizio Gallo: "Se confermato e soprattutto se la signora ha il coraggio, dato che ha molta paura, visto che l'isola di Ponza è un'isola molto particolare, di dichiarare queste cose, per noi si chiuderebbe il caso e si andrebbero a ritrovare i responsabili che hanno commesso questo fatto perché la signora potrebbe quanto meno descrivere le corporature dei soggetti che stavano accompagnando il corpo in questa carriola".

La perizia di parte di Vittorio Fineschi, docente ordinario di medicina legale dell'Università La Sapienza di Roma e consulente del caso Cucchi, firmata nel gennaio 2021, ha dimostrato che il giovane è stato massacrato di botte e che quindi si tratta di omicidio, probabilmente maturato all'interno di un contesto di droga. "La prova è la consulenza di un illustre professore che ci dice che è assolutamente un omicidio, quindi sono opera di terzi quelle grandi e multiple ferite che il ragazzo ha sul suo corpo", spiega ancora l'avvocato Gallo.

(Unioneonline/L)