La storia.

«Vietato abbellire il cimitero dei bambini» 

In memoria della figlia si offre di pagare il restyling ma la burocrazia blocca tutto 

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Cimitero di San Michele, domenica, ore 10,30. L'area dedicata alle sepolture dei bambini, nel versante nord ovest del camposanto, è deserta.

A pregare, inginocchiato in silenzio, c'è soltanto un uomo. Nella lapide di fronte a lui è impressa un'unica data: 13 settembre 2002. Maria Eleonora, infatti, è morta quasi subito, appena poche ore dopo essere venuta alla luce. «Un piccolo infarto, forse, non si è mai capito». Da allora sono trascorsi 23 anni, ma per lo sfortunato papà quel giorno il mondo si è fermato. Non ha potuto vedere la figlia crescere, laurearsi, sposarsi, dargli un nipotino magari. Il destino ha voluto così. Tuttavia, anche se non ha fatto in tempo a conoscerla, l'ha sempre amata e di certo non l'ha mai dimenticata.

Un fiore ogni domenica

Ogni domenica Paride La Mantia, imprenditore edile cinquantenne, divorziato e padre di un altro figlio di 21 anni, si reca in cimitero a salutare la sua piccola e a portarle un fiore sempre diverso. Una tomba che spicca tra tutte le altre quella di Maria Eleonora, perché suo padre ha deciso di abbellirla posizionando un prato artificiale e realizzandovi intorno una struggente cornice di pietre bianche candide. Ma non si è limitato a questo. Stufo della desolazione tutt'attorno, ad ottobre ha scritto al Comune per chiedere di poter intervenire a proprie spese, con i suoi operai, per restituire decoro all'intera area dei bambini.

La visione

«Non prendetemi per matto», racconta, «ma dopo aver attraversato un brutto periodo ho avuto una specie di visione, mi è apparsa una bimba con un mazzolino di fiori in mano e ho pensato che mia figlia mi stesse chiedendo di fare qualcosa. Sarà una coincidenza, ma da quel momento mi sono risollevato e ora sento di avere una missione da compiere». Non solo per Maria Eleonora ma per tutti i bimbi che riposano accanto a lei. «A seguito delle mie segnalazioni sullo stato di incuria in cui si trova lo spazio», recita il testo dell'accorata missiva, «avrei il piacere di proporre alcune soluzioni, tali da renderlo più decoroso e fruibile. In base alla mia attività di piccolo imprenditore edile e visionando alcuni interventi in altri cimiteri dei comuni limitrofi, ho infatti avuto modo di farmi un'idea». Tra le proposte: il livellamento del terreno, la messa a dimora di un prato, l'utilizzo di ghiaia colorata. «L'auspicio è di poter contribuire ad una sistemazione più dignitosa per i nostri angeli».

Lo stop

La risposta è arrivata il 14 novembre, ma non è stata quella sperata. «Purtroppo, con dispiacere, dobbiamo comunicarle che, per quanto alcune idee siano positive ed esteticamente belle», scrive via mail la vicesindaca Maria Cristina Mancini, «per motivi di rispetto di norme di legge non sono realizzabili. La ringrazio, ma l'area sulla quale proporrebbe gli interventi è soggetta a stringenti norme e ampiamente regolamentata. Le salme sono destinate all'inumazione per un periodo di dieci anni e, quindi, sull'area verte l'attività del Servizio legata sia all'inumazione che all'esumazione. L'amministrazione ha potuto discrezionalmente evitare l'esumazione delle salme dopo i dieci anni nel Quadrato 3, dedicato ai bambini, ma non possiamo non considerare la possibilità, per necessità di spazi e gestione, che si debba farlo in futuro». Niente da fare insomma. Dal Comune grande sensibilità e vicinanza, ma la burocrazia, si sa, non ha cuore.

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