La sentenza.

Sui medici in pensione la Corte costituzionale dà ragione alla Sardegna 

Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp

La questione di legittimità costituzionale sulla norma sarda che consente alle Asl di ricorrere ai medici in pensione per assicurare l’assistenza primaria non è fondata. Lo ha stabilito la Consulta rilevando che si tratta di «un tentativo di risposta alla contingente situazione di scopertura dell'assistenza primaria e della continuità assistenziale nel territorio regionale», e che tale risposta rientra nelle competenze delle Regioni in tema di tutela della salute, senza alcuna violazione della competenza dello Stato. La Corte non dà quindi ragione al Governo, che aveva impugnato la legge, ma alla Sardegna.

Tale disposizione - spiega un comunicato della Consulta - ha prorogato l'efficacia, «sino all'espletamento delle nuove procedure di assegnazione delle sedi di assistenza primaria e continuità assistenziale e comunque entro e non oltre il 30 giugno 2025», della norma regionale che aveva consentito ai medici di medicina generale in quiescenza di aderire, anche con contratti libero professionali, ai progetti di assistenza primaria e continuità assistenziale attivati dalle Aziende sanitarie locali, per assicurare la completa copertura delle cure primarie nelle aree disagiate, e di disporre dei ricettari fino al 31 dicembre 2024.

L’assessore

Per l’assessore regionale alla Sanità Armando Bartolazzi «la Corte Costituzionale ci ha dato ragione premiando un provvedimento che ha come unica finalità quella di tutelare il diritto alla salute dei sardi, soprattutto di quelli che risiedono nelle aree più svantaggiate della nostra regione». La sentenza, sostiene, «ha colto in pieno lo spirito che ha animato la nostra norma, nata per garantire la continuità assistenziale nel territorio regionale. Questa misura aveva la finalità di coprire un’emergenza conclamata e grave con carenze di medici di medicina generale per migliaia di abitanti in alcuni territori. Per questo l’impugnazione del Governo è apparsa da subito incomprensibile, anche perché il reclutamento dei medici in pensione è previsto esclusivamente su base volontaria». E poi, «garantire la salute ai cittadini è un obbligo morale che non può essere messo a rischio da dibattiti procedurali. Il buon senso ha prevalso sulle dispute politiche».

Riforma

Chissà se la Consulta si pronuncerà a favore della Sardegna anche sulla riforma che ha portato ai commissariamenti di tutte le aziende sanitarie. Legge impugnata dal Governo ad aprile perché i commissariamenti «si pongono in contrasto con i principi fondamentali in materia di tutela della salute e di dirigenza sanitaria». Oggi è in programma l’udienza a Roma, per la sentenza bisognerà aspettare l’anno nuovo.

RIPRODUZIONE RISERVATA

Questo contenuto è riservato agli utenti abbonati

Per continuare a leggere abbonati o effettua l'accesso se sei già abbonato.

Accedi agli articoli premium

Sfoglia il quotidiano da tutti i dispositivi

Sei già abbonato?
Sottoscrivi
Sottoscrivi

COMMENTI