Hong Kong. Tredici persone sono state arrestate dalla polizia per l'incendio che la scorsa settimana ha devastato sette delle otto torri residenziali di Wang Fuk Court, nel distretto di Tai Po di Hong Kong, causando almeno 151 morti. L'ultimo bollettino delle vittime, a cui si aggiungono 79 feriti e oltre 30 dispersi, ha rimarcato la gravità del disastro e le difficoltà delle autorità dell'ex colonia e di Pechino nel tenere a freno la rabbia per la tragedia, frutto di opacità e corruzione, mentre un attivismo civico è riemerso con prepotenza nella popolazione a dispetto della stretta cinese sulle autonomie della città.
Chan Tung, a capo del dipartimento Criminalità e Sicurezza, ha detto che l'aver «subito avviato un'indagine per omicidio colposo» ha portato alla custodia cautelare di 13 persone. Nel mirino le scarse regole sulla sicurezza e i materiali impropri per i lavori di ristrutturazione, costati milioni di dollari e avviati a metà del 2024. Le reti di plastica e il polistirolo avrebbero causato la diffusione delle fiamme, con i sistemi d'allarme inattivi. Alcune parti delle reti non hanno superato i test di resistenza al fuoco: sarebbero state danneggiate da un uragano e gli appaltatori avrebbero puntato al risparmio. La Commissione indipendente anti corruzione ha riferito che sta conducendo «un'indagine sulla possibile corruzione nel grande progetto di ristrutturazione».
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