«Monsignor Baturi, intervenga lei: ci aiuti». Quartu, ingresso dalla 554: tra palazzine e sprazzi di verde urbano un po’ forzati, sorge finalmente la parrocchia di San Giovanni Evangelista.
La vera opera omnia di un quartiere costruito dagli Anni Settanta con stili diversi, a volte senza ambire troppo al pregio architettonico, altre abbondando nell’estetica. Siamo a Pitz’e Serra, una città nella città: dal 1986, quando l’allora arcivescovo di Cagliari Giovanni Canestri (poi diventato cardinale di Genova in sostituzione di Giuseppe Siri) decise che lì doveva sorgere una chiesa, sono in corso lavori. Sì, perché in parte lo sono ancora. Milioni e milioni di euro: «Gestiti dalla Curia», sottolinea l’ormai storico parroco Gianfranco Falchi. «Nei primi anni Duemila la chiesa è stata consegnata alla comunità, dopo anni che abbiamo celebrato le messe nella cripta». C’è però un problema di non poco conto: «Ogni volta che piove più del dovuto, la chiesa si allaga».
Don Falchi, perché?
«L’acqua piovana scivola giù dalla volta lignea. Una delle più grandi d’Europa, a detta dell’impresa che l’ha installata».
Si conoscono le cause tecniche?
«Di sicuro c’è un’anomalia: la chiesa è troppo nuova perché ci piova dentro».
A chi spetta rimettere le cose a posto?
«Alla Curia. Anzi, ringrazio l’arcivescovo Giuseppe Baturi per l’ascolto e il conforto che mi offre ogni volta che gli segnalo che nella parrocchia di San Giovanni Evangelista c’è questo problema».
Lei ha qualche suggerimento?
«Non sono un tecnico, ma se si intervenisse ora, forse, finalmente, potremmo dedicarci alla realizzazione del piazzale e della recinzione esterna».
Lei questa chiesa l’ha vista nascere.
«Questa chiesa è cresciuta assieme alla comunità che rappresenta. Questa è una grande comunità».
L’ultima volta che l’acqua è filtrata dalla volta?
«Mercoledì scorso».
Era sull’altare?
«No. Per fortuna la pioggia non ha provocato l’interruzione della messa».
Ma ha mandato in tilt parte dell’impianto di illuminazione, giusto?
«L’impianto di faretti che circonda la volta è andato in tilt».
La messa pomeridiana è alle 18, rischia di celebrare al buio.
«No, al massimo ci verranno in soccorso le abat jour del leggìo».
Giovedì scorso chi ha ripulito tutto?
«Per fortuna abbiamo molti volontari. Questa è una comunità viva».
Ma bidoni e secchi per contenere l’acqua sono ancora sull’altare.
«Non si sa mai: se piovesse di notte, almeno limiterebbero l’allagamento».
Il suo appello?
«Spero che la Curia intervenga al più presto. Magari adesso basta poco per sistemare le cose. Non vorrei che, alla prossima domenica di pioggia, l’acqua filtri e crei disagio ai i fedeli».
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