Le prime piogge d’autunno hanno costretto di tanto in tanto a chiudere gli ombrelloni e aprire gli ombrelli ma la stagione a Villasimius continua. Qualche giorno fa un gruppo di turisti del nord Europa passeggiava su e giù tra via Umberto e la discesa a mare. Sergio Ghiani, imprenditore e vice presidente del Consorzio turistico locale, li ha incontrati per caso: «Ho detto loro: “Peccato per il brutto tempo”. Mi hanno sorriso dicendo che questo per loro non è brutto tempo, ma va benissimo. A Stoccolma, da dove vengono, ci sono due gradi. Sono questi i mercati sui quali puntare».
Gli stranieri
Non è l’incontro mattutino sotto il Municipio che ha fatto venire in mente a Ghiani la nuova frontiera della prossima stagione. Qui di nuovi mercati si parla da tempo con l’obiettivo di espandere i confini per attrarre flussi sempre nuovi. Ora più che mai. «Certo che stiamo già lavorando con il Comune alla prossima stagione, a partire dall’esame delle criticità. La piccola flessione che si è avuta ad agosto testimonia che il turista medio, cioè quello né ricco né povero, ovvero l’italiano, ha meno potere d’acquisto. Il problema per gli stranieri sono i voli. Bisogna lavorare su questo fronte, ma non solo». Che tutti siano già proiettati sull’estate che verrà lo testimonia anche Filippo Lucchini, direttore del Tanka Village. «Abbiamo aperto le prenotazioni per il 2026, ci sono già 15mila presenze programmate. Ma per noi è normale lavorare in vista della stagione futura, parliamo di un’organizzazione che coinvolge circa settecento lavoratori». Nell’agenda degli operatori c’è una voce che di anno in anno diventa sempre più ingombrante. «Ormai l’80-90% delle prenotazioni arriva da Booking, il che vuol dire perdere tra il 18 e il 20% – continua Ghiani –. In questo momento non abbiamo ancora i dati della stagione, ma se pensiamo a circa 700mila presenze stagionali e a una media di 200 euro a notte, si capisce che le commissione di questo gigante costituiscono una voce che incide – a voler essere cauti – per più di venti milioni di euro. Non va bene. Dobbiamo creare una piattaforma nostra che dia vantaggi a chi la usa magari garantendo servizi gratuiti. Parlo di una piattaforma forte che abbia visibilità, in questo senso sarebbe utile che la collaborazione con il Comune diventi realtà. Voglio dire: l’accordo c’è ma serve incidere di più, magari usando i fondi della tassa di soggiorno, d’altronde è per questo che era nata».
Segmento lusso
Le commissioni di Booking non pesano su tutti allo stesso modo. «Per quanto ci riguarda – spiega Lucchini – avendo per la maggior parte clienti diretti che tornano e prenotano direttamente da noi incide non tanto, di sicuro non come per gli altri alberghi di città o per altri tipi di strutture, parliamo di meno del 5%».Agende aperte anche per l’altro colosso con vista sul litorale di Porto Giunco, il Timi Ama. Spiega Federico Floris, direttore della struttura: «Abbiamo approvato la nuova politica tariffaria e aperto le prenotazioni». Tradotto: il prossimo anno si pagherà di più. «Ci sarà un incremento anche perché nel 2025 si è chiusa una ristrutturazione durata tre anni e grazie alla quale potremo offrire un prodotto rinnovato. Inoltre c’è un progetto di riposizionamento nel segmento lusso con un’ottica sostenibile». A conferma del fatto che le commissioni di Booking sono un problema ma non per tutti, anche Floris ridimensiona il peso del colosso: «Abbiamo una politica di prenotazioni dirette con la maggior parte di clienti che ritornano. Il nuovo sito poi ha avuto un’ottima risposta. In termini di ricavi quello che porta via Booking non supera il 20- 25%». Nonostante la maggior parte degli ospiti siano degli affezionatissimi, anche il Timi Ama esplora nuovi lidi. «Abbiamo ricevuto una buona risposta dall’Est Europa, da paesi come la Polonia e la Repubblica Ceca e dal Nord Europa che però, per una questione di distanze, ha più voli su Olbia. In questo senso il Sud Sardegna soffre. Ci stiamo lavorando».
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