Stessa nazionalità, stesse modalità di importare lo stupefacente a Cagliari: attraverso ovuli che i corrieri ingeriscono e poi recuperano dopo l’arrivo a destinazione. Certo, sempre che non se ne rompa uno, come ogni tanto accade, e a quel punto la morte del corriere della droga è sicura. L’arresto all’aeroporto di Cagliari di una giovane nigeriana, conferma i sospetti degli investigatori: è la terza persona bloccata alla frontiera aeroportuale, della stessa nazionalità, nel giro di pochissimi mesi, segno che c’è un canale aperto tra la Nigeria e la Sardegna per l’importazione di droghe pesanti da rivendere poi nelle piazze di tutta la provincia, oltre che cagliaritane.
Serie di arreso
Nel corso della notte tra domenica e ieri, i carabinieri della Compagnia supportati dalla collaborazione della Polizia di frontiera hanno arrestato una donna appena sbarcata dall’aereo proveniente da Roma: aveva ingerito 63 ovuli per un totale di 800 grammi di cocaina. La giovane, che ha 33 anni, risulta residente in una località del Modenese ed è stata fermata per controlli appena a messo piede nell’aerostazione. Un controllo “a campione”, fermo restando che i carabinieri - dopo i precedenti arresti di corrieri della droga nigeriani - stanno sorvegliando con più attenzione gli arrivi di persone provenienti dalla nazione africana: dell’esistenza di uno stabile traffico di droga gestito dalla criminalità nigeriana, insomma, ci sono ben più che sospetti. È del 10 novembre l’arresto di un altro corriere della droga, sempre all’aeroporto di Elmas, messo a segno dai carabinieri (quella volta, del Comando provinciale) con l’ausilio della Polaria. In quel caso, a essere fermato era stato un 34enne della Nigeria che, peraltro, era già noto ai carabinieri del Comando provinciale di Cagliari. Per importare gli ovuli di cocaina, aveva utilizzato lo stesso sistema adottato dalla giovane connazionale bloccata ieri: ingestione e poi eliminazione nei bagni dell’aeroporto.
L’ultimo blitz
Il 2 agosto l’altro arresto di un cittadino nigeriano. Stessa nazionalità dei due corrieri della droga finiti in manette nelle ultime settimane, stessa modalità per il traffico di cocaina: nel suo caso lo stupefacente era però eroina, per un peso complessivo di circa due etti suddivisi in 15 ovuli. Il trafficante, che ha 32 anni, era stato sottoposto a un accertamento radiografico dal quale è risultato che aveva gli ovuli nell’intestino. È lo stesso tipo di accertamento cui sono stati sottoposti anche i due corrieri nigeriani arrestati in precedenza e che ha condotto al sequestro dello stupefacente importato in Sardegna. Ai carabinieri spetta ora scoprire quale organizzazione di trafficanti cagliaritani si sta rifornendo ormai da tempo in Nigeria, come dimostrano i tre sequestri messi a segno negli ultimi tempi.
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