C’è soddisfazione, nei volti degli organizzatori della “Marcia delle Pietre parlanti”: «Abbiamo ottenuto l’obiettivo che aspettavamo», dice Davide Fadda, portavoce del Presidio del popolo sardo.
Quale?
«Sensibilizzare i sardi sui temi della speculazione ambientale».
C’è una via d’uscita?
«L’unità dei sardi sarebbe la chiave di tutto».
Davanti alle speculazioni lei riscontra unità?
«Ho riscontrato, almeno tra i manifestanti, il desiderio di non abbassare la guardia».
Solo tra i manifestanti?
«Non solo. Direi in tutta la Sardegna è stato fatto un passo in avanti sul tema dell’assalto delle rinnovabili».
Che cosa farete ora?
«Vigileremo sulla Legge 20. In Sardegna oggi non c’è uno scudo normativo: il territorio è in balia degli speculatori. Aspettiamo che la Corte Costituzionale si esprima».
Perché?
«C’è la Pratobello24 in un cassetto della Regione che aspetta. E, piaccia o no, i nostri politici non possono passare sopra la volontà di 211mila sardi».
Avete altri “cammini” all’orizzonte?
«Se non accetteranno di ascoltarci, ci vedranno presto a Cagliari. Non c’è più tempo da perdere: i Quattro mori non hanno la benda agli occhi».
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