Il ministero dell'Economia e delle Finanze rimane sullo sfondo e non è «oggetto di accertamenti» nell'indagine della Procura di Milano che sta scandagliando la scalata a Mediobanca da parte del Monte dei Paschi. Inchiesta che è «tutt'altro che conclusa» e che vuole far luce sul quel presunto concerto occulto che, è l'ipotesi, sarebbe cominciato nel 2019 per arrivare, attraverso piazzetta Cuccia, al gruppo Generali.
Sarà un lavoro lungo quello che si profila dopo le perquisizioni e le acquisizioni eseguite dalla Guardia di Finanza su disposizione dei pm. La mole di materiale raccolta dovrà essere analizzata per rafforzare la ricostruzione contestata all'imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone e al presidente di Delfin-Luxottica Francesco Milleri: avrebbero cooperato «su una base di un accordo», con il contributo esterno, un apporto causale, di Luigi Lovaglio, ad di Mps. I tre rispondono di aggiotaggio e ostacolo all'attività degli organismi di vigilanza Consob, Bce e Ivass - i primi due sono stati informati sui passi salienti delle investigazioni - mentre le due società sono indagate in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti. Gli investigatori puntano a consolidare il quadro in cui, come è stato riferito in ambienti giudiziari, il dicastero guidato da Giancarlo Giorgetti non ha alcuna responsabilità penale.
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