Il dibattito.

Il Pd spinge sulla leadership, il M5S frena 

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E ora ci sono da digerire tutte le affermazioni in chiaro e i messaggi in codice di questa tre giorni di Montepulciano, dove il correntone Pd ha spinto la candidatura di Elly Schlein alla guida del centrosinistra. Per i soci di maggioranza, nel 2027 dovrà essere la segretaria a contendere Palazzo Chigi a Giorgia Meloni. Però hanno fatto i conti senza l'oste. Perché qualche ambizione di rappresentanza la coltivano anche le altre forze, come i Cinquestelle di Giuseppe Conte. Il duello è ancora sottotraccia.

«Parlarne ora è prematuro - è la posizione del Movimento - adesso l'attenzione va messa sui programmi». La minoranza Pd non ha ancora preso posizione. Fra i riformisti che sabato si sono riuniti a Prato - i vari Lorenzo Guerini, Giorgio Gori, Pina Picierno, Filippo Sensi, Simona Malpezzi - c'è chi vede con favore l'ipotesi di Schlein alla guida del fronte delle opposizioni. Ma ancora non c'è una linea ufficiale. Per adesso, stanno in surplace: «Auspichiamo che il percorso che porterà alla definizione delle leadership sia partecipato e condiviso».

Quel che i riformisti hanno condiviso (senza bisogno di dibattito interno) è l'apprezzamento per le parole dette da Schlein nel suo intervento a Montepulciano: «Mi sento figlia di tutte le culture politiche che hanno fondato questo partito», ha sottolineato la segretaria. «Chi pensava che ne uscisse come capo-corrente è rimasto deluso - è il commento di un riformista - è stato l'intervento della segretaria di tutti. E della segretaria di un partito che discute».

Anche l'altra minoranza interna al Pd, i riformisti di Energia popolare guidati di Stefano Bonaccini e Alessandro Alfieri, ha usato toni concilianti. Un tema latente è quello del congresso, che diventerebbe un test sulla forza delle varie correnti e anche di Schlein. «Un partito unito è premessa per unire il centrosinistra, per scrivere un programma di alternativa - ha detto Bonaccini - per me c'è questo da fare. Non un congresso anticipato perché Schlein è già forte di suo. Rischieremmo di chiuderci per quattro di mesi a discutere di noi mentre l'Italia vuole che proviamo a darle un'opportunità per discutere dei problemi degli italiani».

Il dibattito sulle primarie di coalizione, invece, è più vivo che mai. Almeno nel Pd. Perché i cinquestelle frenano.

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