BOLOGNA. Chi ha aiutato Andrea Cavallari a scappare dopo essersi laureato? Chi gli ha messo a disposizione una macchina? Chi gli ha fornito soldi e documenti per trascorrere due settimane di vacanza-latitanza in Spagna? È su queste domande che si concentra l'attenzione della procura di Bologna che indaga sull'evasione di uno dei condannati per la strage di Corinaldo.
L’indagine
Oltre che per l'evasione, i pm bolognesi avevano già aperto un fascicolo per favoreggiamento. Il 26enne modenese, componente della banda dello spray, è condannato per la strage nella discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo (Ancona) nel 2018, dove morirono nella calca cinque minorenni e una madre 39enne, era evaso dal carcere bolognese della Dozza il 3 luglio, durante un permesso per discutere la tesi di laurea. È stato arrestato giovedì iin un albergo di Lloret de Mar, vicino a Barcellona.
Da giorni gli inquirenti seguivano in Spagna le sue tracce attraverso i pagamenti elettronici. Sono intervenuti quando le transazioni nell'hotel a Lloret de Mar, dove è stato bloccato, sono stati diversi e costanti, segno che il latitante aveva fatto una pausa nella fuga fermandosi in quell'albergo. Quando è stato bloccato, Cavallari stava uscendo dall'albergo, probabilmente per andare in spiaggia o per fare un giro. Sarebbe rimasto ancora ospite della struttura.
Il lungo viaggio
Dopo la fuga, secondo quando ricostruito, Cavallari ha viaggiato in auto, passando per la Francia prima di arrivare in Spagna. Nell'albergo dove alloggiava le immagini di videosorveglianza lo hanno immortalato in maniche corte, cappellino con visiera, telefonino in mano. Ma è evidente che, trovandosi in carcere, Cavallari non può aver fatto tutto da solo: la sua fuga è stata preparata e in qualche modo coperta con l'aiuto di qualcuno. Ed è su questo aspetto che indaga la Procura, partendo probabilmente dalle ultime visite ricevute e dal ruolo del suo nucleo familiare. Fra qualche giorno, dopo aver ricevuto la documentazione e dopo il completamento del percorso giudiziario per la convalida in Spagna, la Procura generale di Ancona, guidata da Roberto Rossi, competente per la procedura di esecuzione della pena, chiederà l'estradizione: un iter che non dovrebbe essere lunghissimo e che, in base al Trattato di Schengen, potrebbe riportare in Italia Cavallari entro un mese.
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