Energia

Fine marcia: «Ci vediamo a Cagliari» 

Sindacati e associazioni: occorre prestare attenzione al governo della transizione 

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Su Nuraxi appare all’orizzonte, togliendo il fiato ai manifestanti, già provati nel fisico da 120 chilometri di cammino contro ogni tipo di speculazione. E, ai piedi del complesso scoperto da Francesco Lilliu, oggi patrimonio dell’Unesco, è festa: gli autografi sullo striscione della “Marcia delle pietre parlanti" è solo un messaggio da mandare agli annales di un’esperienza che potrebbe presto ripetersi. «Ora ci vediamo a Cagliari», ripetevano gli attivisti che, lungo strada, a Gesturi, si sono appellati persino a Fra Nicola: «Il santo marciatore». Ma non è parsa una minaccia.

La conclusione

Il cammino è stato denso di spunti e incontri. Soprattutto nei piccoli Comuni l’adesione è parsa pressoché totale: «Noi qui pale non ne vogliamo», era lo slogan, alternato a inni sardi e chiacchiere sulle sorti di un’Isola minacciata, depredata e offesa dalle multinazionali del vento e del sole. «La marcia appena conclusa dimostra da un lato la trasversalità della lotta contro la speculazione energetica portata avanti in nome dell’unica bandiera portata con orgoglio da tutti partecipanti, quella sarda, dall’altro il distacco di certa politica dalla società civile di cui ancora non ha compreso la determinazione, la sincerità e l’amore per la Sardegna», commenta l’avvocato Michele Zuddas, da sempre vicino alla Rete. «La Pratobello riassume e porta con sé tutti questi valori».

I temi

La Pratobello24, appunto. Anche all’esterno la proposta da 211mila firme inizia ad avere quanto meno un po’ di considerazione. Così Daniela Falconi, sindaca di Fonni e presidente dell’Anci: «I cittadini vanno ascoltati, occorre restituire alla politica il senso di condivisione e dialogo fin qui mancanti», argomenta. «La Pratobello24 sarebbe stata un’occasione, ma non è stata ascoltata. E mi resta il dubbio che, nel non portarla almeno in commissione, giusta o sbagliata che fosse, si sia commesso un errore». E i sindacati? Evitano di esprimersi sulla marcia in senso stretto, ma entrano sulla questione energetica con determinazione.

I Confederali

A cominciare dal leader della Cgil sarda Fausto Durante: «Non ho le competenze di tipo giuridico per valutare se siano fondate le ragioni per l’impugnazione della Legge 20 né per azzardare giudizi su ciò che deciderà al riguardo la Corte Costituzionale», dice il segretario. «La cosa importante è che la Sardegna sia al riparo da processi speculativi e da un consumo ingiustificato di risorse comuni quali il suolo, l’aria, il mare. Da questo punto di vista occorre dare le necessarie risposte alle preoccupazioni diffuse tra i cittadini sardi. Per noi, le prime cose da fare sono chiarire la questione della politica energetica della Regione e risolvere con il governo nazionale il nodo del Dpcm Sardegna», chiosa Durante. «L’equilibrio tra gas, rinnovabili, idroelettrico è fondamentale per una giusta e sostenibile transizione, per diminuire il costo dell’energia elettrica per i cittadini, per le ipotesi di rilancio delle produzioni industriali nell’Isola». Anche la linea della Cisl è nota: «Occorre fare un salto di qualità nella governance del processo», osserva Pier Luigi Ledda, «servono una pianificazione più integrata, un coinvolgimento strutturato delle parti sociali e una strategia economica e industriale all’altezza delle sfide». Il Piano energetico regionale (Pears), sotto questo punto di vista, «non può essere considerato un piano settoriale, ma deve diventare la base per un progetto di sviluppo regionale capace di tenere insieme transizione energetica, rilancio industriale, qualità del lavoro e coesione sociale», chiude Ledda. «La Sardegna ha tutte le condizioni per diventare un laboratorio nazionale della transizione giusta».

Il turismo

Anche per Giuseppe Atzori, presidente dell’Ente bilaterale per il turismo, «serve attenzione massima per governare il processo di transizione». Secondo Atzori, «la marcia merita rispetto perché solleva un problema che è di tutti, perché parliamo di ambiente, territorio e turismo. A prescindere dalle fazioni, solo con il dialogo si può arrivare a una soluzione».

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