La storia

Dottoressa Queen Babygen, dai sogni di bimba immigrata alla laurea in Medicina 

La festa della comunità filippina: «Un modello per i nostri ragazzi» 

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C’è un pezzo d’Asia, cresciuto oltre oceani, continenti e mari vari, in festa da giorni. «Celebriamo con orgoglio il prestigioso traguardo», si legge nella pagina della Comunità filippina in Sardegna; una delle più numerose dell’Isola, con circa duemila e cinquecento immigrati riuniti dalla gioia per la loro connazionale che ha il primato d’essere la prima laureata in Medicina del capoluogo. Qualcuno azzarda della regione. «Non ho fatto nulla di straordinario, lo farò quando curerò il mio primo paziente», premette Queen Babygen De Villa, all’inizio dell’intervista. Dice che non ama foto, fama e pubblicità mentre minimizza tutto. Ma in realtà qualcosa di straordinario lo ha fatto, se la notizia è circolata in fretta, non solo a Cagliari ma anche a diecimila chilometri più in là.

I giochi di bambina

È forse l’esempio più concreto dell’integrazione riuscita. Figlia unica, 27 anni, papà e mamma collaboratori domestici come tanti altri filippini trapiantati e partiti dalla loro terra in cerca di un futuro migliore o comunque diverso. Lavoratori silenziosi e protagonisti di un presente con le nuove generazioni che si ritagliano e conquistano il meritato spazio nella società: quella che cresce oltre le quattro mura domestiche. «Da bambina invece di giocare con le bambole usavo le siringhe e lo stetoscopio. Probabilmente sono nata col sogno di diventare medico», racconta Queen Babygen, fresca di 110 su 110 e lode - con menzione - in Medicina, e un marcato accento cagliaritano che fa sorridere e contribuisce a cementare il senso del mix perfetto tra culture. Così come la dedica della tesi.

La famiglia allargata

“Rischio di stress accademico tra gli studenti di medicina”: è questo il tema della discussione con cui ha chiuso - brillantemente - il suo percorso accademico. Con la prima pagina della tesi che racconta di una famiglia allargata. «L’ho voluta dedicare a cinque persone, principali componenti delle mie fondamenta: i miei genitori, mamma Anna, Laura, la mia insegnante di italiano, e a Chiara Maria, che è la mia migliore amica». E quella mamma Anna (Elisabetta) include anche Enrico Dolia, che chiama papà, e sono i datori di lavoro dei veri genitori ma anche una seconda famiglia. «Sono arrivata a Cagliari quando avevo dieci anni, ho raggiunto i miei genitori che erano già qui. In pratica sono cresciuta con due famiglie, a entrambe vanno i miei ringraziamenti per il supporto e il sostegno mai mancati», tiene a sottolineare la neo dottoressa che ora punta alla specializzazione in cardiochirurgia.

Radici solide e profonde

Ricorda il suo arrivo, vent’anni fa, senza conoscere una sola parola d’italiano («Sapevo solo dire “Mi chiamo Queen Babygen”»), le ripetizioni con la maestra Laura durante le vacanze e nessuna difficoltà a integrarsi in una città - Cagliari - che l’ha accolta nel migliore dei modi. Così come non ci sono stati problemi a scuola, «anche se ero l’unica filippina». Due identità fuse, «ma ovunque vada mi sento straniera. Forse è uno stato d’animo che appartiene a chi lascia la propria terra e inizia una nuova vita altrove». Con le radici solide e una comunità che in città mantiene vive le tradizioni di quell’altra parte del mondo e sembra persino avvicinarla. Come se quella famiglia allargata fosse prima ancora parte di una gigantesca città altrettanto allargata. Dove gioiscono in tanti. «È uno straordinario risultato e fonte di grande orgoglio per l’intera comunità filippina in Sardegna», dicono i suoi connazionali, tramite la portavoce Celina, che ieri si sono riuniti per festeggiarla insieme ai parenti. «Frutto della dedizione, della perseveranza e del duro lavoro di Queen Babygen. Che tu possa essere un modello per i nostri giovani filippini affinché possano continuare gli studi e raggiungere anche il successo sperato». Proprio come ha fatto lei.

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