Reazioni.

«Criteri errati nelle carte» A Putifigari si esulta per lo stop al fotovoltaico 

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A Putifigari torna a farsi sentire la voce della comunità, ma questa volta sono parole di sollievo. La decisione del Mase di avviare l’annullamento della Valutazione di impatto ambientale sul maxi impianto fotovoltaico di 86 ettari ha ridato fiato a un paese che vede nella Domus de janas S’Incantu non solo un tesoro archeologico, ma un pezzo della propria identità collettiva. «È il seme di speranza che aspettavamo», riferisce la sindaca Antonella Contini. «La notizia della procedura di annullamento della Via è arrivata durante i giorni della prima edizione del nostro festival letterario Sèmenes , dedicato proprio alla tutela ambientale e alle buone pratiche sostenibili. Per noi è stato un segnale fortissimo: il nostro progetto di sviluppo, in cui il sito Unesco è un volano economico e culturale, può andare avanti con più fiducia e ottimismo».

Accanto alla soddisfazione, c’è la gratitudine per la mobilitazione che in queste settimane ha circondato il paese. «Attorno alla nostra vicenda si sono raccolte tanta solidarietà e una forte unione di intenti», sottolinea Contini. «Per questo ritengo doveroso ringraziare tutti coloro che hanno sostenuto il territorio: la Soprintendenza e il Mic, la Regione, la Città Metropolitana, il Cesim, i colleghi sindaci, i giornalisti e i comitati».

La novità

A ribaltare la situazione, però, non è stata la protesta diffusa, ma un elemento tecnico che ha aperto la strada al riesame dell’intero procedimento. Come chiarito dal Mase nel documento del 27 novembre scorso, il parere della Soprintendenza su cui si basava il via libera iniziale è stato dichiarato illegittimo: «Criteri errati» nelle valutazioni e un «errore nelle rappresentazioni grafiche delle aree tutelate» previste dalla normativa nazionale del 2021 sulle rinnovabili. Una volta individuata la svista, la stessa Soprintendenza ha precisato che gran parte dell’impianto «non ricade in area idonea». Il procedimento è ora in fase di revisione, ma il segnale politico e istituzionale è chiaro: il territorio non verrà sacrificato.

Sito Unesco

Un passaggio accolto con sollievo anche dal mondo della ricerca e dell’associazionismo. «I comitati erano pronti a presidiare la zona», avvisa la professoressa Giuseppa Tanda, presidente del Centro Studi “Identità e Memoria”, promotore della candidatura all’Unesco del progetto “Arte e architettura nella preistoria della Sardegna”. «Avevamo inviato una richiesta alla sindaca di Putifigari e alla presidente della Regione, poi alle Soprintendenze, al Comitato Unesco e persino all’Ambasciata italiana presso l’Unesco». Il lavoro svolto è stato determinante. «Ci siamo rivolti a tutti gli organismi chiamati a vigilare, inviando loro la mappa della buffer zone e l’ubicazione esatta degli impianti», spiega Tanda. «È stato quello il punto di svolta: da lì sono emerse incongruenze cartografiche e problemi nelle mappe utilizzate. In pratica, abbiamo acceso un faro. E la stessa operazione la stiamo portando avanti per la necropoli di Su Crocifissu Mannu, vicinissima a Monte d’Accoddi e oggi sotto pressione per l’ipotesi di due impianti fotovoltaici». Pericolo superato dunque? «Per Putifigari sembrerebbe di sì», conclude Tanda, «ma noi continuiamo a tenere gli occhi aperti».

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