Una bietola selvatica che cresce esclusivamente nelle zone minerarie dell’Iglesiente e che per anni ha rischiato di rallentare il progetto di bonifica del rio San Giorgio sarà finalmente protetta e trasferita altrove, grazie ai finanziamenti del Just Transition Fund e alla convenzione con l’Università di Cagliari. L’intervento, approvato dalla giunta recentemente, segna l’avvio ufficiale del progetto di traslocazione della specie protetta Limonium merxmuelleri, misura indispensabile per permettere la bonifica della valle mineraria senza compromettere la sopravvivenza di una pianta endemica. Il Comune ha stanziato 220 mila euro, interamente coperti dai fondi Jtf, destinati allo spostamento della pianta e alla ripiantumazione nella zona mineraria di Monteponi, in collaborazione con l’ateneo cagliaritano.
La bonifica
Il Limonium merxmuelleri è una metallofita, ossia una specie capace di sopravvivere in suoli con alte concentrazioni di metalli pesanti, tipici delle aree estrattive. Cresce esclusivamente nei terreni salini e metalliferi dell’Iglesiente, in particolare a Campo Pisano, Monteponi e – in numero più consistente – nella valle del rio San Giorgio. La sua presenza da tutelare ha rappresentato a lungo un ostacolo alla bonifica dei siti contaminati. Nel marzo 2021, durante una seduta del Consiglio comunale, emerse che la pianta rappresentava un vincolo per la prosecuzione dei lavori nell’ex valle mineraria: la valutazione di impatto ambientale del progetto, all’epoca dal valore di 43 milioni di euro - riscattati da Igea dopo un contenzioso giudiziario -, imponeva di preservare la bietola selvatica, nota anche come “frori de mari”. Nello stesso anno, una ricerca condotta dall’Università di Cagliari ha chiarito diversi aspetti riguardanti la specie, rivelando caratteristiche fondamentali per i futuri interventi: la pianta germina facilmente e resiste in ambienti ricchi di metalli pesanti, qualità che la rendono ideale per i progetti di fitostabilizzazione. Queste tecniche, ormai consolidate nel campo della bonifica ambientale, utilizzano piante resistenti per limitare la dispersione di metalli nei terreni contaminati, contribuendo così alla tutela dell’ecosistema circostante.
Il progetto
Oggi, con i fondi Jtf aumentati a 80 milioni, si apre una nuova fase che promette di conciliare bonifica e tutela ambientale: «Insieme all’Università di Cagliari abbiamo definito un accordo che autorizza lo spostamento di questa specie endemica, così da proteggerla, valorizzarla e mantenerla nel nostro territorio — spiega Francesco Melis, assessore all’Ambiente —. Lo spostamento sarà permanente, ma gli studi condotti dall’Università indicano che nelle aree individuate esistono già condizioni favorevoli a questa pianta, assicurandone la sopravvivenza e il corretto adattamento».Il progetto non si limiterà al trapianto della bietola selvatica: «Nei prossimi mesi, assieme all’Agris, organizzeremo un convegno dedicato ai benefici della fitodepurazione nel nostro territorio — annuncia l’assessore —. Inoltre, l’amministrazione valuterà ulteriori interventi, che saranno discussi in forum aperti alla popolazione e a tutti i soggetti interessati, con l’obiettivo di creare consapevolezza sul legame tra ambiente e sviluppo sostenibile».Intanto continuano gli studi di ricerca sulla pianta guidati dall’Università di Cagliari e coordinate dal docente di botanica, Gianluigi Bacchetta. Quella che sembrava solo una curiosità botanica potrebbe diventare un un’opportunità in più nella rinascita ambientale delle aree minerarie sarde.
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