Bruxelles. Davanti alla guerra ibrida di Mosca la Nato sta valutando una postura più aggressiva, alla luce degli attacchi informatici, dei sabotaggi e delle violazioni dello spazio aereo alleato, attributi spesso alla Russia. Lo dice l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, presidente del comitato militare della Nato, in un’intervista al Financial Times. «Stiamo studiando tutto», ha assicurato. «Sul fronte informatico, siamo in un certo senso reattivi: essere più aggressivi o proattivi, invece che reattivi, è qualcosa a cui stiamo pensando».
Provocazione a Vilnius
Le parole di Cavo Dragone arrivano dopo mesi di dibattiti nell’Alleanza, con i falchi - soprattutto sul fianco orientale - che chiedono azioni più decise davanti ai continui test della Russia - l’ultimo episodio risale a domenica notte , quando l’avvistamento di 57 palloni aerostatici nello spazio aereo lituano ha imposto la chiusura per undici ore dell’aeroporto di Vilnius - mentre gli occidentali sono più restii. Il comandante supremo, il generale Usa Alexus Grynkewich, ha proposto al Consiglio Atlantico una sorta di armonizzazione delle regole d’ingaggio nel quadro della nuova missione Sentinella dell’Est, così da non dover chiedere lumi ogni volta alle capitali sul tipo di risposta da mettere in campo. Fermo restando che, in caso di rischio grave e immediato, ha sempre l’autorità per intervenire, come ha fatto abbattendo i droni russi in Polonia.
«Limiti etici e giuridici»
Un conto però sono i missili, un altro il cyber. Qui potrebbero aprirsi spazi inesplorati. «Essere più aggressivi rispetto alla nostra controparte - ha precisato Cavo Dragone - potrebbe essere un’opzione. Le questioni sono il quadro giuridico, il quadro giurisdizionale, chi lo farà?». Cavo Dragone ha ammesso che gli alleati hanno «molti più limiti della nostra controparte per motivi etici, legali, giurisdizionali. È un problema. Non voglio dire che sia una posizione perdente, ma è una posizione più difficile di quella della nostra controparte». Mosca, insomma, ha molti meno scrupoli della Nato. Per Cavo Dragone «un attacco preventivo» potrebbe essere considerato «un’azione difensiva», ma «è più lontano dal nostro modo normale di pensare e di comportarci». Il passaggio ha suscitato l’attenzione dei media russi. «Un passo estremamente irresponsabile, che dimostra la volontà dell’alleanza di continuare a muoversi verso un’escalation», dice la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. E la Lega condivide: «Mentre Usa, Ucraina e Russia cercano una mediazione, gettare benzina sul fuoco con toni bellici o evocando attacchi preventivi significa alimentare l’escalation. Non avvicina la fine del conflitto: la allontana. Serve responsabilità, non provocazioni». «Non mi pare che si debba fare un dibattito, credo che noi dobbiamo tutelare i nostri interessi, proteggere la nostra sicurezza e prepararci anche a difenderci da una guerra ibrida», replica Antonio Tajani da Fi.
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