il giallo

Amica di un santone-pilota Il fratello: «Convertita? Difficile» 

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«Valentina è una convinta comunista. Pensarla seguace di un santone qualsiasi incontrato nel Nordafrica mi pare piuttosto improbabile, anche se so bene che in questi casi non è mai possibile escludere niente. Mai dire mai. Comunque, andrò in Tunisia». Alessio Greco è il fratello maggiore di Valentina, la donna di 42 anni scomparsa misteriosamente in una splendida località turistica della Tunisia. E lui, che di anni ne ha tre in più, è molto in pensiero per lei, proprio come i loro genitori. E, come loro, a questo punto accetterebbe con un certo sollievo che Valentina abbia avuto un malore per strada, legato alla patologia di cui soffre (aveva avuto una grave embolia polmonare, anni fa, dicono il padre e la madre), che sia stata soccorsa mentre era priva di sensi e ora sia in un ospedale in cui ignorano la sua identità. Anche se, nelle ricerche della donna cagliaritana che da tre anni ha fatto di Sidi Bou Said la propria casa, è coinvolta a pieno titolo la Gendarmeria - mossa dall’Ambasciata italiana a Tunisi e dalle richieste dei carabinieri della Compagnia di Cagliari -, che si presume abbia fatto un controllo negli ospedali per sapere se è stata ricoverata una quarantenne sconosciuta. Ma si spera.

Sparizione volontaria?

«Certo, resta la possibilità che mia sorella abbia voluto troncare con tutti e abbracciare una nuova vita sulla base del sufismo, la versione mistica dell’Islam». Si riferisce al santone ex pilota di aerei che l’avrebbe convertita e che abitava nella sua stessa zona. Con un particolare per nulla trascurabile: «Sapevo che delle sue amicizie tunisine facesse parte anche un ex pilota, che mi sembra di capire si sia trasferito altrove», sospira Alessio Greco, «ma ignoravo del tutto la parte, per così dire, che si definisce con “santone”. Mia sorella non ci ha mai parlato di questa specie di ruolo, anche se sappiamo che si è interessata alla lingua araba soprattutto per fare una lettura autonoma del Corano».

Notizie confuse

L’Ambasciata segue gli accertamenti della Gendarmeria tunisina, con la quale parlano anche i carabinieri della stazione cagliaritana di Sant’Avendrace. Da Tunisi giungono però notizie confuse: l’Ambasciata ha detto ai genitori che, in casa di Valentina Greco, non c’erano il cellulare e il computer. Ai carabinieri, hanno invece detto che c’erano. «Per questo, ho deciso di andare nel Nordafrica di persona», sospira il fratello, «e partirò tra otto giorni, domenica. Prima non è possibile, ho impegni di lavoro che non me lo consentono». Alessio Greco fa il magazziniere. «Però è vero, dall’Ambasciata arrivano notizie imprecise e frammentarie, mentre noi abbiamo bisogno di certezze. Non sappiamo che cosa è successo a Valentina».

«Vedrò di persona»

La trasferta tunisina del fratello della scomparsa ha lo scopo di incontrare gli investigatori, ed entrare nella casa dove pare che, in un primo momento, la Gendarmeria non volesse forzare la porta. Ma poi, dopo le pressioni italiane, l’ha fatto e non ha trovato Valentina Greco. C’erano però i suoi gatti, e ora una veterinaria sta tentando di ottenere il permesso per entrare in casa per portarli via e nutrirli. «Ma la vera questione è che questo passaparola tra autorità tunisine, Ambasciata, Farnesina e noi fa troppi passaggi e le notizie alla fine non sono sempre credibili. Andare lì di persona, come farò tra otto giorni, consentirà a noi della famiglia di avere maggiori certezze per ragionare sul da farsi. Su Facebook ho conosciuto una ragazza italo-tunisina, o forse italo-marocchina», conclude Alessio Greco, «che vive nella stessa località turistica in cui abita mia sorella: verrà a prendermi in aeroporto e mi porterà a casa diValentina, aiutandomi con le traduzioni. Le siamo grati fin da ora». (l. a.)

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