Alle 11.36 del 14 agosto del 2018, in un giorno di maltempo e forti piogge, crolla un tratto del Ponte Morandi - il viadotto Polcevera costruito dal 1963 al 1967 a Genova, che prende il nome dell'ingegnere che lo ha progettato - insieme al pilone di sostegno numero 9.

Nella tragedia muoiono 43 persone: tra le vittime, le persone che lo stavano attraversando a bordo delle loro auto e gli operai al lavoro nella zona sottostante, dove c'era un'isola ecologica della municipalizzata dei rifiuti della città ligure.

Oltre 500 le persone costrette a lasciare le loro abitazioni nella "zona rossa".

Dopo la tragedia viene decretato lo stato di emergenza per il capoluogo ligure e nominato commissario straordinario il governatore Giovanni Toti.

Il 18 agosto vengono celebrati i funerali per 18 delle vittime, mentre gli parenti delle persone decedute rifiutano la cerimonia pubblica.

Sul caso viene aperta un'inchiesta, dove si indaga sull'opera che versava in condizioni precarie, a causa sia di difetti strutturali sia di presunte lacune nella manutenzione.

Il 28 giugno, a dieci mesi di distanza dal crollo, vengono demolite le due pile 10 e 11 del moncone est.

(Unioneonline/F)

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