Il 16 marzo del '78, esattamente 41 anni fa, un commando delle Brigate Rosse rapisce il presidente della Dc Aldo Moro e uccide con armi automatiche i cinque agenti della sua scorta.

Poi le Br diffondono una breve nota: "Questa mattina abbiamo sequestrato il presidente della Democrazia Cristiana Moro ed eliminato le sue guardie del corpo, teste di cuoio di Cossiga. Seguirà comunicato".

La strage di via Fani arriva nel giorno in cui il governo Andreotti (quello del compromesso storico con il PCI) si presenta in Parlamento per ottenere la fiducia.

I brigatisti vogliono colpire la Dc e "il regime democristiano che da 30 anni opprime il popolo italiano", ma anche la politica del compromesso storico tra democristiani e comunisti inaugurata proprio da Aldo Moro.

La politica è divisa tra la linea della trattativa e quella delle fermezza, il cui principale fautore è Giulio Andreotti. Prevale la fermezza, e dopo 55 giorni di prigionia e un processo politico sommario le Brigate Rosse uccidono Moro.

Il corpo del politico democristiano viene trovato il 9 maggio nel bagagliaio di una Renault 4 parcheggiata in via Caetani, traversa di via delle Botteghe Oscure.

(Unioneonline/L)

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