Un anno fa moriva nella sua casa di Cambridge Stephen Hawking, uno dei più grandi geni del nostro tempo.

Cosmologo, fisico, matematico e astrofisico, è noto soprattutto per i suoi studi sui buchi neri e sull'origine dell'universo.

Nato in piena Seconda Guerra Mondiale, è stato ad Oxford, all'Università, che ha scoperto la sua grande passione per la cosmologia e i buchi neri.

Il grande successo arriva nel 1988 con il libro "Dal big bang ai buchi neri. Breve storia del tempo".

Tra le scoperte più importanti c'è la dimostrazione di come i buchi neri possano essere descritti dalle leggi della termodinamica, ed emettano radiazioni (che poi saranno chiamate radiazioni di Hawking) che portano all'evaporazione dei buchi neri stessi.

In campo cosmologico, ha ipotizzato un universo aperto, senza limiti spazio temporali. Hawking era anche convinto dell'esistenza degli alieni, "ma è meglio starne alla larga", diceva.

Anche un'icona, per via di quello che è riuscito a fare in vita nonostante la malattia - la Sla - diagnosticatagli quando aveva 21 anni. Sono stati proprio gli studi e la sua passione per l'universo a farlo riprendere dalla depressione in cui era caduto quando ha dovuto smettere di camminare.

Molto amato anche per la sua ironia, Hawking non ha mai nascosto il suo profondo ateismo. "La scienza e Dio sono incompatibili - diceva - e tra i due vincerà la scienza perché funziona".

(Unioneonline/L)

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