Il 16 gennaio 1991 gli Usa attaccano l'Iraq assieme a 27 Stati alleati dopo un lungo ultimatum. L'obiettivo è l'invasione del Kuwait. Il presidente degli Stati Uniti George H. W. Bush si attiene al mandato Onu evitando di rovesciare il regime di Saddam Hussein, questo anche per timore che un vuoto di potere portasse ad una situazione ancora peggiore.

In questo modo Bush opta per una politica di contenimento: smantellamento delle armi di distruzione di massa irachene, affidato a squadre di ispettori dell'Onu; pressione militare con la costruzione di basi Usa nei Paesi vicini e l'imposizione delle cosiddette "no fly zone"; mantenimento delle sanzioni economiche per ostacolare il riarmo.

(Unioneonline/M)

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