La mattina del 10 gennaio 1999, nel piccolo paese di Bari Sardo, arrivano 100 poliziotti.

Nell'operazione - denominata "Tuono" e guidata dal Commissariato di Tortolì - viene arrestata Maria Ausilia Piroddi, segretario territoriale della Cgil in Ogliastra. Con lei finiscono alla sbarra altre sette persone.

L'accusa è di associazione a delinquere di stampo mafioso, accusa contestata per la prima volta in Sardegna. La 35enne, capelli ricci e neri, come viene descritta dalla cronaca, è sospettata di essere stata la mandante di tre omicidi e di una decina di attentati dinamitardi.

Il movente? La conquista del potere locale: prima nel sindacato, poi nell'amministrazione comunale del paese ogliastrino.

In primo grado le accuse di associazione mafiosa cadono (vengono poi confermate nel 2008), ma rimane in piedi quella di omicidio ai danni di Franco Pintus (assassinato mentre rientra a casa in macchina con la moglie e le figlie piccole) e Pierpaolo Demurtas (ucciso a due mesi dal matrimonio).

Per la Piredda viene chiesto l'ergastolo.

Il verdetto di colpevolezza viene confermato in Appello e in Cassazione: la donna è la mandante - insieme al suo socio in affari e in amore Adriano Pischedda - dei due delitti.

La donna finisce in carcere con l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, duplice omicidio premeditato, porto e detenzione di armi e di esplosivo

Si ammala però, di un brutto male, e sconterà la pena ai domiciliari. Muore nel 2011, all'età di 52 anni.

(Unioneonline/s.a.)

Gennaio 2018
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